Purgatorio Canto IV, l’Antipurgatorio e le anime dei Pigri

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Di Redazione Metropolitan

Il Canto IV del Purgatorio è ambientato in quello che viene chiamato L’Antipurgatorio, dove quelli che tardano a pentirsi per pigrizia, attendono di espiare la loro pena. Il canto si divide in due macrosezioni. Nella prima, di natura dottrinale, Dante contrapponendosi alle teorie di natura platonica e averroistica sulla triplice anima umana, asserisce che l’anima è invece una sola. Per tale ragione, quando i sensi sono impegnati, l’intelletto non percepisce lo scorrere del tempo; così come è successo a lui mentre ascoltava Manfredi.

Nella  seconda, a fare da protagonista è il colloquio tra Dante e il suo amico Belacqua, in cui l’anima spiega a Dante che dovrà attendere all’ombra di un masso, un tempo pari alla durata della sua vita, prima di accedere al Purgatorio. Entrambe le sezioni si rivelano funzionali ad un più ampio discorso sul trascorrere del tempo, che è il vero motivo del Canto.

Discorso sull’anima e inizio della salita

Purgatorio Canto IV salita al monte-immagine m.youtube.com
Purgatorio Canto IV salita al monte-immagine m.youtube.com

Dante, preso com’era dal dialogo con Manfredi, non si è reso conto dello scorrere del tempo. Questo lo porta ad accostarsi a quella teoria filosofica secondo cui l’anima dell’uomo sarebbe una sola e, per questo motivo, mentre la potenza sensitiva è occupata, quella intellettiva non può percepire lo scorrere del tempo. I due poeti, sotto consiglio delle anime degli scomunicati, si avviano verso il sentiero per salire, ma questo si rivela particolarmente impervio. Una volta giunti, con fatica, al balzo, si siedono ad ammirare la strada percorsa. È in questa occasione che Dante si accorge di avere il sole a sinistra, contrariamente a quel che accade sulla Terra; Virgilio gli spiega che questo dipende dal fatto che Gerusalemme e il Purgatorio hanno la stessa latitudine, ma opposta.

 

Il monte del Purgatorio

Canto IV il balzo di Dante e Virgilio-immagine scuolissima.com
Canto IV il balzo di Dante e Virgilio-immagine scuolissima.com

Dante chiede a Virgilio quanto durerà l’ascesa, poiché il monte sembra salire al di là di dove arriva il suo sguardo. Virgilio risponde che la montagna è tale che l’ascesa all’inizio è sempre molto faticosa, però man mano che si procede essa diventa più agevole; perciò, quando la salita sembrerà tanto facile quanto lo scendere la corrente con una nave, allora sarà giunta la fine del cammino. Solo allora Dante potrà riposare.

I Pigri a pentirsi e Belacqua

Appena Virgilio ha finito di parlare, Dante sente una voce che lo apostrofa dicendogli che forse, prima di arrivare avrà bisogno di sedersi. I due poeti si voltano e vedono alla loro sinistra una gran roccia che prima non avevano notato e verso la quale procedono. Lungo il cammino trovano delle anime che stanno all’ombra dietro un sasso con fare negligente. Uno degli spiriti, che a Dante sembra affaticato, sta seduto con le braccia attorno alle ginocchia, tenendo la testa rivolta in basso.

Dante lo indica al maestro come qualcuno che si mostra tanto negligente che la pigrizia sembra sua sorella. Solo allora però lo riconosce: è Belacqua e sorride rallegrandosi per la sua salvezza.Dante, allora, lo interroga sul perché del suo stare seduto invece di salire la montagna. Belacqua spiega che salire non servirebbe a nulla, in quanto l’angelo guardiano sulla porta del Purgatorio gli sbarrerebbe il passo poiché è stato pigro a pentirsi. Ora deve attendere tutto il tempo della sua vita per accedere alle Cornici, a meno che una preghiera che giunga da un cuore in grazia di Dio non abbrevi l’attesa. Dante deve poi interrompere il colloquio, perché Virgilio lo invita a procedere essendo ormai mezzogiorno.

Cristina Di Maggio

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