Qatar, ex principessa trans ottiene asilo nel Regno Unito: “Sono spaventato”

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Di Serena Pala

Questa è la storia di un’ex principessa trans del Qatar – appartenente alla famiglia Al Thani, al potere – e della sua transizione di genere che è stata sancita da un atto firmato alla presenza di un avvocato nel 2015. Ciò sarebbe avvenuto durante un viaggio di famiglia a Londra, a seguito del quale il giovane non si sarebbe più fatto trovare.

“Essere gay in Qatar è punibile dalla legge e con la morte”, le parole dell’ex principessa del Qatar

Photo Credits – Carlos Barquero

La ex principessa è ora un uomo e ha un nome maschile inglese, ma il suo percorso di transizione di genere è stato travagliato, a causa della sua famiglia e del suo luogo d’origine. Sarebbe quindi riuscito ad ottenere asilo nel Regno Unito e, al Ministero degli Interni britannico, avrebbe rivelato il forte timore di persecuzioni, proprio per via del suo percorso di transizione e perché:

Essere gay in Qatar è punibile dalla legge e con la morte. Il Qatar è estremamente severo nella Sharia

Fonte: Vanity Fair

Queste le parole del giovane, che ha ottenuto asilo nel 2015 in UK, dopo essere fuggito durante un viaggio di famiglia a Londra. Nella domanda d’asilo avrebbe allegato due lettere in cui ha raccontato come soffrisse di depressione da sempre – “semplicemente perché il mio esterno non corrispondeva mai al mio interno” – e ancora – “Mi sentivo come se la mia vita fosse stata gettata nella spazzatura“.

Confessa quindi di essere molto spaventato:

Non ho mai voluto sposare i miei cugini maschi, come il resto della mia famiglia ha fatto. Ho il terrore di quello che i miei fratelli stanno per scatenare. 

Fonte: Vanity Fair

In Qatar l’omosessualità è punibile con la detenzione fino a tre anni, per cui il giovane teme per la propria vita e per il futuro, nonostante ormai viva nel Regno Unito. Secondo un rapporto di Human Rights Watch pubblicato ad ottobre, vi sono stati casi in cui i membri delle forze di sicurezza del Qatar hanno arrestato persone LGBTQIA+, sottoponendole a “maltrattamenti e detenzione”, senza alcun motivo.

Per quanto riguarda invece le persone transgender, queste sono tenute a frequentare delle sedute di “terapia di conversione” presso un centro di “assistenza sanitaria comportamentale” sponsorizzato dal governo.

Serena Pala

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