Ogni anno il Sole 24 Ore pubblica la classifica della qualità della vita nelle provincie italiane e quest’anno in cima si trova Trieste, non intaccata dall’effetto no vax. In generale il Friuli Venezia Giulia sembra essere una delle regioni in cui si vive meglio, infatti troviamo Pordenone e Udine nella top ten e Gorizia al 23° posto.
La città in cui si vive meglio è Trieste che batte Milano
Potrebbe sembrare strano trovare proprio Trieste al primo posto nella classifica della “Qualità della vita”. La città è stata infatti al centro di forti discussioni nell’ultimo periodo a causa delle proteste no vax, che per molto tempo hanno provato a bloccare le attività portuali creando anche disagi all’interno del territorio. Eppure ora se si parla di Trieste lo si fa perché secondo il Sole 24 Ore è la città in cui si vive meglio.
Questo non è dovuto solamente all’incredibile ambiente che circonda la città, fatto di paesaggi unici e suggestivi, ma in quanto conquista il primo posto nella categoria Cultura e Tempo libero. Arriva seconda in Affari e Lavoro e quarta in Ambiente e servizi. Apprezzabili anche le posizioni vinte in Demografia, società e salute (30°), e Ricchezza e consumi (31°). Solo nel campo della Giustizia e Sicurezza cala di molto, e si allontana dai vertici ritrovandosi al 97° posto. Anche se il giornale precisa che quest’ultima collocazione sia dovuta unicamente a un alto tasso di denunce, “figlio anche della fiducia nello Stato.”
Viene quindi superata Milano, che si ritrova al secondo posto, evidenziando però un netto miglioramento dopo il 2020, in cui era stata esclusa dalle prime 20 posizioni a causa del Covid. Un successo comunque, quello di Trieste, che si può estendere a tutta la regione del Friuli Venezia Giulia, in quanto per qualità della vita si colloca al 7° posto Pordenone, prima invece per la categoria Giustizia e Sicurezza; al 9° Udine e al 23° Gorizia.
Occupazione, Cultura e il Covid
Trieste inoltre, viene specificato che conquista il primato anche per l’indice di lettura. Sul Sole 24 Ore si legge che conta una media di: “34,4 copie di quotidiani, mensili e settimanali ogni 100 abitanti”. Sembra poi che il comune investi molto nella cultura “53,3 euro pro capite per alcuni capitoli”. La città è stata infatti proposta come Città creativa per la letteratura Unesco, senza considerare le alte percentuali che possiede per il livello di istruzione: 75% di persone diplomate (tra i 25 e i 64 anni), 41,8% di laureati o comunque in possesso di un titolo di terzo livello (tra i 25 e i 39 anni).
Anche per quanto riguarda l’occupazione e lo sviluppo troviamo dati molto incoraggianti. Il tasso di occupazione arriva al 75% (per le persone tra i 20 anni ai 64 anni), numeri che contano anche i giovani, infatti si calcola che nella città solamente il 13,9% di ragazzi i 15 e i 29 anni non hanno un lavoro o non studiano. Inoltre, si trova al secondo posto per la creazione di nuove imprese e per la presenza di imprese straniere.
Trieste sembra però essere anche una delle città più vecchie d’Italia “con 47,3 abitanti dai 65 anni in su per ogni 100 residenti in età attiva (15-64 anni)”. In questo dato bisogna considerare anche i danni causati dal covid e ciò che questo si è portato dietro. Si possono contare un aumento dei casi nella città anche a seguito delle incessanti proteste no vax e no Green pass avvenute nei porti, a seguito delle quali molte persone sono state ricoverate in ospedale. Questo ha portato inevitabilmente la regione ad essere la prima a tornare in zona gialla.
Ma non le ha impedito di posizionarsi tra i primi posto per qualità della vita, cima che Trieste conquista per la terza volta dopo il 2005 e il 2009.
Dati che fanno sperare a una ripresa rapida anche da questo periodo che gli ha provocato danni di immagine.
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