Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione: una serie che si divora dall’emozione

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Di Sofia Pucciotti

Questo mondo non mi renderà cattivo, la seconda serie TV animata di Zerocalcare, lanciata da Netflix e uscita il 9 giugno 2023, sta dando i suoi frutti, ottenendo i suoi riconoscimenti, gli ascolti.

Anche questa volta abbiamo avuto conferme e certezze: Zerocalcare non delude mai. E se per la nuova serie tv ha toccato temi decisamente più amari, rispetto a Strappare lungo i bordi, restano assicurati i momenti di puro intrattenimento, le risate a non finire.

Serie animata e politica: questo mondo non mi renderà cattivo

Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo, il ritorno di Zerocalcare su Netflix - Ph © Ludovica Casula

Politica, profonda, audace. Definiremmo con queste parole la nuova serie tv Netflix di Zerocalcare Questo mondo non mi renderà cattivo.

I temi arrivano prorompenti e sfondano il nostro piccolo schermo, scuotendo inevitabilmente le coscienze. Si passa dall’integrazione delle minoranze nei quartieri di Roma, all’insorgere del neofascismo tra amici e conoscenti di vecchia data. Zerocalcare denuncia lo scarso interesse dei vertici del potere verso il benessere della comunità. Lo racconta con le sue figure, i suoi personaggi colorati e i suoi animali antropomorfi, evidenziando il desiderio degli esponenti politici di arrivare al comando, mettendo da parte quelle che sono le esigenze dei meno fortunati.

Si esplorano le dinamiche relazionali tra diverse sfere sociali. In ambito lavorativo, tra compagni di scuola, compagni di vita, e soprattutto, tra persone che sono riuscite a restare e altre che se ne sono andate.

Un vortice di emozioni in “Questo mondo non mi renderà cattivo”

Ogni minuto è un racconto sincero e allo stesso tempo suona come una denuncia per chi non ha avuto voce in capitolo. Zerocalcare sente e parla della responsabilità che avverte sulle spalle, data la sua influenza e il suo successo nel mondo dell’intrattenimento.

In ogni sviluppo, in ogni intervento nella serie, il regista dimostra coscienza della sua popolarità. Si sente responsabile delle sue parole e, allo stesso tempo, volenteroso di cambiare le cose.

Michele Rech (questo il nome di battesimo del fumettista) intende metterci al corrente della realtà che ci circonda attualmente: dagli slogan populisti che insorgono nelle città, alla pressione sociale sempre più forte, sentita dai Millennials e da tanti suoi amici, più o meno vicini, che spesso hanno dichiarato di non farcela.

In loro molti spettatori potranno riconoscersi, con loro si potrà empatizzare, familiarizzare, sino all’affezione che ci porta via in un vortice di emozioni pronto a sbatterci sino all’ultima puntata.

La serie tv è pronta a raccontare la realtà per quella che è, portando alla luce esperienze vissute e verosimili che hanno tutta l’aria dell’autenticità di chi sa raccontarle.

L’ironia e le spiegazioni con l’Armadillo

Non mancano nella serie tv i soliti interventi tra Zerocalcare il suo amico Armadillo, la figura con la quale affronta i dialoghi più profondi (o leggeri ) con se stesso.

Dunque qui, forse ancor di più che in Strappare lungo i bordi, questi dialoghi hanno una finalità didascalica. Il regista intende spiegare alcuni concetti importanti. L’Armadillo lo critica, lo frena, lo incalza, eppure lui continua a spiegarci.

Questa scelta narrativa conferma la volontà del regista di spiegare sviluppi che non sono scontati quanto sembrerebbe ed è chiaro che non vuole lasciarci con un senso negativo, né legato all’ambiguità, né ai pregiudizi, che spesso tenta di sradicare.

Com’è la serie? Solo pregi

La serie tv ha diversi pregi. E’ leggera, si lascia guardare rapidamente, gli episodi scorrono e invitano ad un Binge watching dal quale è impossibile non farsi vincere.

I personaggi già presentati in Strappare lungo i bordi come Sarah e Secco, sono presentati coerenti con ciò che conosciamo, tuttavia sono scritti in modo tale da riuscire a stupirci, lasciarci entrambi senza fiato, durante il corso dei sei episodi.

Nonostante i temi amari, è impossibile non ridere, divertirsi durante la visione e, allo stesso tempo, immedesimarsi in una delle mille realtà e punti di vista messi in evidenza da Zerocalcare.

Lo stile poco formale e amichevole dei dialoghi e delle scene non esclude i tanti riferimenti colti: alla letteratura, alla storia, alla linguistica e ai vari campi della cultura pop anche meno noti alla maggioranza.

Questo mondo non mi renderà cattivo sa invitare forse ad essere solidali, ad accettare i propri limiti e, allo stesso tempo, sa insegnare qualcosa di vero.

Sofia Pucciotti

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