Ragusa, neonato abbandonato in un sacchetto della spazzatura. Il bimbo sta bene

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Di Redazione Metropolitan

Un passante, sentendo dei lamenti provenienti da un sacchetto della spazzatura, pensava si trattasse di un cucciolo. Purtroppo, la triste scoperta: un neonato. Il piccolo è stato portato all’ospedale di Ragusa e ricoverato in terapia intensiva prenatale.

Il ritrovamento del piccolo

Oggi, 5 novembre 2020, è stato ritrovato – fortunatamente – l’ennesimo neonato abbandonato. Una storia triste che, questa volta, ha avuto luogo in via Saragat, a Ragusa, non troppo lontano dalla chiesa del Preziosissimo Sangue. Il commerciante che ha ritrovato il piccolo, percorrendo quel tratto di strada, ha sentito dei lamenti provenire da un sacchetto abbandonato davanti ad un negozio. Pensando, dapprima, si trattasse di un cucciolo l’uomo ha raccontato all’Agi: “Stavo passando davanti alla macelleria, non c’erano macchine parcheggiate e ho visto un sacchetto della spazzatura. Mi sono avvicinato per gettarlo nei bidoni qui vicino. Purtroppo spesso le persone lasciano la spazzatura qui davanti. Mi sono abbassato e a qual punto ho sentito dei lamenti. Ho acceso la luce del telefonino perché proprio questo punto è buio e appena aperto il sacchetto… un bambino. Era un bambino“.

Il neonato ora è in terapia intensiva prenatale

Subito dopo il ritrovamento, il bambino è stato trasferito all’ospedale. Nonostante sembra stare bene, è stato ricoverato in terapia intensiva prenatale in via precauzionale. La polizia sta eseguendo le indagini per risalire all’identità dei genitori e non esclude che il parto sia avvenuto in un luogo diverso da quello del ritrovamento, per fuorviare le ricerche. Il fascicolo è stato trasferito al Tribunale dei minori al quale spetterà la custodia del piccolo.

Un’altra drammatica scoperta

Quello a Ragusa è solo l’ultimo dei tanti tristi casi di abbandono che i passanti o la polizia hanno fronteggiato. Solo poche settimane fa, un episodio analogo è avvenuto a Verona: un bimbo di quattro mesi è stato ritrovato in strada.

Le donne non sono sole

Proprio per prevenire il fenomeno dell’abbandono ci sono diverse campagne informative in proposito che promuovono servizi ed azioni a tutela della donna orientando gli ospedali ad eseguire il parto in anonimato. La legge garantisce aiuti concreti alle donne in gravidanza dal punto di vista sociale, economico e psicologico, assicurando il diritto alla salute della gestante e del nascituro. Il sito del Ministero della Salute assicura “un parto protetto nella struttura ospedaliera e la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna, se riconoscere o meno il bambino“.

Le disposizioni di legge

Secondo uno specifico decreto, “l’ospedale, al momento del parto, serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare – anche dopo la dimissione – che il parto resti in anonimato“.
Il sito del Ministero aggiunge che “la donna che non riconosce e il neonato sono i due soggetti che la legge deve tutelare, intesi come persone distinte, ognuno con specifici diritti“. Il DPR 396/2000, art. 30, comma 2consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto nato da donna che non consente di essere nominata“.

Chiara Bigiotti