Il 26 ottobre 1944 l’EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, cambiò nome in RAI, acronimo di Radio Audizioni Italiane. Nacque così la RAI, uno dei maggiori canali trasmesso in tutta Italia.
Come nacque la RAI
Dopo il crollo del regime fascista il governo provvisorio decise di cancellare nomi, simboli e decreti che rimandassero al “Ventennio”. Fu così che il 26 ottobre 1944 l’EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, cambiò nome in RAI, acronimo di Radio Audizioni Italiane. La nuova azienda grazie al contributo di numerosi intellettuali puntò immediatamente all’abbandono dell’ideologia fascista, a un rilancio dei contenuti e a un rinnovamento dei linguaggi. Nata come radio, i primi esperimenti televisivi arrivarono solo nel 1952, con il primo telegiornale sperimentale e il passaggio dell’azienda dal privato al pubblico.
L’avvio definitivo
L’avvio definitivo delle trasmissioni fu nel 1954, che portò al cambio di nome definitivo in RAI-Radio Televisione Italiana. Nacquero così i primi programmi culturali, gli sceneggiati e i quiz che portarono la rete a svilupparsi e a proporre un’offerta al pubblico sempre più variegata.
I canali vengono diffusi attraverso la televisione digitale terrestre, tramite satelliti, in streaming attraverso una piattaforma dedicata. All’estero, anche via cavo, attraverso accordi commerciali stipulati con le singole piattaforme televisive. La programmazione completa, tuttavia, è disponibile solo ai cittadini italiani, della Repubblica di San Marino e della Città del Vaticano (se residenti fuori dall’Europa ciò avviene attraverso Rai Italia), in quanto Rai non dispone dei diritti per la diffusione di alcuni programmi all’estero.
Ad oggi vanta molti canali.
Sara Marchioni
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