Il nome indicato dalla maggioranza per la presidenza Rai è quello del consigliere anziano Marcello Foa che, dopo la bocciatura dello scorso luglio, per il mancato sostegno di Forza Italia, potrebbe raggiungere i due terzi dei voti necessari in commissione grazie al si degli azzurri.
Ampio il margine per Foa: gli unici a non votare a suo favore tra gli altri sei componenti del cda sarebbero Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (consigliere scelto dai dipendenti Rai).
Poi seguirà il nuovo passaggio in Vigilanza, forse oggi stesso, il cui via libera, e con una maggioranza di due terzi dei 40 componenti, è vincolante.
Il voto di conferma su Foa non è più in discussione dopo l’incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
«Berlusconi si è rimangiato la parola su Foa», è questa l’accusa dell’ex segretario del Pd Matteo Renzi.
I dem hanno protestato contro la risoluzione che aprirebbe la strada all’elezione di Foa, a loro parere illegittima. C’è stato uno scontro tra il capogruppo dem Davide Faraone e Federico Mollicone di Fratelli d’Italia che ha sottolineato la legittimità della ricandidatura di Foa anche alla luce dei pareri depositati dalla Lega.
Ieri la commissione Vigilanza ha approvato a maggioranza, voto contrario di Pd, LeU e Casini, astensione di Forza Italia, la risoluzione Lega-M5s che sollecita il cda Rai a procedere all’elezione del presidente scegliendo tra i consiglieri ad eccezione di chi riveste il ruolo di amministratore delegato, al fine di consentire alla Commissione di esprimersi e dare quindi piena operatività al sistema radiotelevisivo.
«Ora ci sono le condizioni», ha confermato ieri il portavoce dei gruppi parlamentari azzurri Giorgio Mulè, sottolineando che su Foa «c’è stato un cambiamento a 180 gradi. Noi non abbiamo criticato la persona, abbiamo detto alla Lega,visto che necessita dei tre quinti,quindi anche della minoranza,in Vigilanza condividete il percorso che porterà al candidato che voi indicate. Non è stato fatto all’epoca, è stato fatto adesso».
A breve sul tavolo del consiglio anche le prime nomine della nuova gestione. In pole position per il Tg1 c’è sempre Gennaro Sangiuliano,sostenuto dal centrodestra, a meno che la spunti Alberto Matano, che potrebbe essere dirottato al Tg2.
Al Tg3 si attende la conferma di Luca Mazzà,mentre alla radiofonia si nomina Paolo Corsini. Per la TGR sono in lista, sponsorizzati dalla Lega, Alessandro Casarin o Luciano Ghelfi, in lizza anche per il tg2 qualora Matano andasse al tg1.
Per lo sport Jacopo Volpi resta il super favorito.
Francesca Ricciuti