Dopo aver visto le tenniste che nel 2020 hanno guadagnato più posizioni nella classifica WTA, diamo un’occhiata a chi, tra i primi 200 giocatori del mondo, ha salito più gradini nel ranking ATP. Tra i dieci anche il nostro Musetti e altri giovani interessanti pronti a prendersi la scena del tennis dei prossimi anni.

Carlos Alcaraz – 349 posizioni

Si è parlato tanto di questo grande talento; lo abbiamo fatto anche noi quando abbiamo parlato della nuova e interessante generazione del tennis iberico. Ciò che parla di più per Carlos Alcaraz però sono i record e risultati raggiunti nella sua breve e precoce carriera. Partito all’inizio di quest’anno come numero 490, durante una stagione giocata quasi esclusivamente sulla terra rossa lo spagnolo ha conquistato tre titoli Challenger, a Trieste, a Barcellona e ad Alicante.

Traguardi che gli hanno permesso dei salti notevoli che l’hanno proiettato fino alla 141esima posizione. Aspetto non poco notevole, dal momento che Alcaraz è un classe 2003 e diventerà maggiorenne solamente a maggio del prossimo anno. Basti pensare che per trovare un altro 2003 nel ranking ATP bisogna scendere fino alla 472esima posizione (dove si trova il danese Rune) e poi alla 630esima posizione (occupata da Mochizuki). Chissà se l’anno prossimo entrerà in Top 100 ancor prima di aver compiuto 18 anni.

Lorenzo Musetti – 229 posizioni

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Lorenzo Musetti – Photo Credit: via Twitter, @ItaliaTeam_it

Anche se alla fine è stato preferito il sopracitato Alcaraz nell’assegnazione del premio di Newcomer of the year, dopo questa stagione Lorenzo Musetti è considerato quasi all’unanimità una potenziale superstar del tennis dei prossimi anni. A differenza del collega spagnolo però Musetti quest’anno si è fatto notare più per i risultati nel circuito maggiore che per quelli del circuito Challenger.

Non che in quest’ultimo non abbia raggiunto ottimi risultati (vedasi il primo titolo in carriera a Forlì), ma è innegabile che il diciottenne di Carrara sia saltato alle cronache di tutto il mondo dopo i mini-capolavori agli Internazionali d’Italia e la semifinale al Sardegna Open che lo consacra come primo 2002 ad arrivare tra i primi quattro in un torneo del circuito maggiore. All’inizio dell’anno era numero 357 del mondo, alla fine 128. Un salto di 229 posizioni nel ranking che fa ben sperare anche nella stagione prossima, in cui probabilmente lo vedremo ancora bazzicare tra i tornei maggiori in vista, chi lo sa, del primo titolo ATP.

Brandon Nakashima – 198 posizioni

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Brandon Nakashima – Photo Credit: via Twitter, @ATPChallenger

Unico 2001 presente nella Top 200 mondiale dopo Jannik Sinner, Brandon Nakashima rappresenta uno dei talenti più interessanti del circuito. Statunitense di origini vietnamite quest’anno Nakashima ha conquistato il suo primo titolo Challenger, a Orlando lo scorso novembre. Risultato, questo, che l’ha fatto balzare al 166esimo posto nel ranking ATP tra i primi duecento tennisti del mondo. Club di cui aveva fatto parte brevissimamente poche settimane prima quando era salito in 199esima posizione per poi scendere di nuovo fuori la Top 200.

Un best ranking niente male se si considera che a gennaio 2020 B-Nak si trovava in 364esima posizione. Una stagione non segnata da straordinari traguardi come quelli di Musetti e Alcaraz, ma buoni risultati e vittorie contro top 100 (Norrie e Vesely a Delray Beach). Tante però anche partite perse in posizione di favorito. L’aspetto mentale e la varietà del gioco sono aspetti su cui Nakashima dovrà lavorare, a fronte di un talento che nel 2021 potrebbe permettergli di togliersi tante soddisfazioni e scalare altre posizioni con un occhio alla Top 100.

Benjamin Bonzi – 191 posizioni

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Benjamin Bonzi – Photo Credit: via Twitter, @WeAreTennisFR

Una posizione dietro in questa classifica ma uno avanti nel ranking ATP rispetto a Nakashima, Benjamin Bonzi quest’anno ha ricominciato il processo che aveva iniziato tre anni fa e che aveva bruscamente interrotto fino a poco prima dell’inizio di quest’anno. Il francese ha cominciato il 2020 in 356esima posizione ma già nel 2017, a 21 anni, era entrato in Top 200, toccando il suo best ranking in 176esima posizione. Nei due anni successivi ha ottenuto risultati opposti a quelli che lo avevano proiettato tra i migliori duecento tennisti del mondo.

A un certo punto rischia addirittura di uscire dalla Top 400, poi la rinascita. Questa stagione due titoli Futures, una finale Challenger e un secondo turno al Roland Garros (prima vittoria in un tabellone Slam tre anni dopo la vittoria sempre a Parigi contro un certo Medvedev) che da solo gli vale 70 punti. Punti preziosi che lo portano fino alla piazza numero 165. Una grande evoluzione che, si spera, non si interrompa nuovamente e continui nei prossimi anni.

Jurij Rodionov – 183 posizioni

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Jurij Rodionov – Photo Credit: via Twitter, @atptour

I primi due mesi della stagione di Jurij Rodionov hanno segnato una svolta nella sua carriera, eppure a gennaio l’austriaco aveva perso ben 35 posti in classifica. Il vero turning point è rappresentato dal mese di febbraio, quando Rodionov vince due Challenger a Dallas e Morelos e raggiunge la semifinale a quello di Columbus. 25 giorni esplosivi che gli fanno guadagnare ben 194 posizioni, permettendogli di tornare a distanza di un anno in Top 200.

Il periodo di sospensione del calendario ATP non gli fa bene e su cinque Challenger giocati supera il primo turno solo in due. Guadagna punti importanti però con il passaggio del primo turno a Parigi e Vienna, che lo accompagnano alla fine della sua stagione, quando si stabilisce al numero 144 del ranking ATP. Classe ’99 come Shapovalov, De Minaur e Auger Aliassime, non ha ancora raggiunto i risultati dei suoi coetanei, ma chissà se dopo l’esplosione di quest’anno possa iniziare a emulare le loro gesta.

Aslan Karatsev – 180 posizioni

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Aslan Karatsev – Photo Credit: via Twitter, @atptour

Nato il 4 settembre 1993, Aslan Karatsev è il meno giovane dei dieci ma non quello che ha fatto meno progressi. Partito come 292 del mondo, inizia la stagione guadagnando subito quasi quaranta posizioni grazie alla finale ottenuta al Challenger di Bangkok 2. Fino alla sospensione non ottiene grandi risultati, quando al ritorno ad agosto conquista tre finali Challenger consecutive, tutte in Repubblica Ceca.

Le prime due a Praga, dove prima perde contro Stan Wawrinka e poi conquista il titolo contro Griekspoor, replicandosi una settimana dopo a Ostrava. Un bel filotto che gli fa guadagnare 137 posizioni e lo fa salire al 116esimo posto. Un best ranking che riesce a migliorare di altri cinque posti, per poi assestarsi definitivamente all’attuale 112esimo posto, a ridosso dei primi cento. Una Top 100 che l’anno prossimo potrebbe essere facilmente raggiunta, portando a quattro i tennisti russi tra i cento del mondo.

Tomas Machac – 159 posizioni

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Tomas Machac – Photo Credit: via Twitter, @ATPChallenger

Speranza del tennis ceco – che vanta solo Jiri Vesely in Top 100 – Tomas Machac quest’anno ha dimostrato di avere la stoffa per essere un futuro protagonista del circuito. All’inizio del 2020 era 354esimo e alle spalle soltanto titoli Futures e nessun Challenger. Il primo arriva a febbraio, quando a Coblenza batte Botic Van De Zandschulp. Dopo la pausa forzata causa COVID-19 Machac delude davanti i tre tornei di casa (a Ostrava viene eliminato proprio da Karatsev) e non raggiunge traguardi notevoli fino a novembre, tranne a Parigi la prima apparizione nel tabellone di uno Slam.

Al Challenger di Bratislava ritrova smalto e con quello la finale che però perde in favore di Maximilian Marterer. Grazie al risultato nella capitale slovacca Machac sale in 195esima posizione raggiungendo il suo best ranking ed entrando per la prima volta in carriera in Top 200. Sarà interessante vedere se nel 2021 riuscirà ad ottenere risultati anche fuori il circuito Challenger.

Daniel Altmaier – 146 posizioni

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Daniel Altmaier – Photo Credit: via Twitter, @rolandgarros

Daniel Altmaier prende il volo nella seconda parte della stagione, ma già prima della sospensione dei tornei guadagna 57 posizioni. Questo grazie a una serie di buoni risultati che lo vedono raggiungere quattro volte i quarti di finale nei primi Challenger dell’anno. Alla ripresa in estate non convince ai tornei di Trieste e Todi ma raggiunge le semifinali a quelli di Cordenons e di Aix en Provence. Entrato per la prima volta in carriera in Top 200, al Roland Garros la svolta.

Dopo aver passato il turno di qualificazione Feliciano Lopez, Jan-Lennard Struff e Matteo Berrettini, perdendo poi agli ottavi contro Carreno Busta. Un traguardo che lo proietta direttamente in 122esima posizione. Da lì a fine anno tuttavia ne perderà otto, terminando la stagione al 130esimo posto. Nonostante a 22 anni non abbia ancora centrato un titolo (né nel circuito maggiore né in quello Challenger) Altmaier fa parte di quella generazione tedesca solida e potenzialmente intrigante che tanto bene può fare nei prossimi anni.

Arthur Rinderknech – 145 posizioni

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Arthur Rinderknech – Photo Credit: via Twitter, @ATPChallenger

Storia abbastanza particolare quella di Arthur Rinderknech, tennista francese classe ’95 che fino a due anni fa era addirittura fuori la Top 1000 (sì, mille. Non ho aggiunto uno zero per sbaglio). Sì, perché Arthur anziché dedicarsi interamente al tennis da giovanissimo decide di approfondire gli studi, laureandosi alla prestigiosa Texas A&M University. Nel 2018 e nel 2019 inizia a giocare qualche Challenger ottenendo buoni risultati e titoli Futures.

Inizia l’anno da 323 e subito nei primi tre mesi guadagna ben 163 posizioni nel ranking ATP. A gennaio vince il Challenger di Rennes contro James Ward; a febbraio cede in finale contro Maxime Cressey, sconfitta che gli restituisce a marzo in finale al Challenger di Calgary. Alla ripresa dei tornei non riesce a replicare le imprese dei primi mesi, vincendo appena sei partite delle sedici giocate. In questo modo scivola di diciotto posizioni, arrivando fino all’attuale 178esima posizione.

Marc-Andrea Huesler – 134 posizioni

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Marc-Andrea Huesler – Photo Credit: via Twitter, @ATPChallenger

La cavalcata di Marc-Andrea Huesler, ventiquattrenne svizzero che manco a dirlo ha come idolo personale il connazionale Roger Federer, è ancora più impressionante se si considera che a causa di un problema al piede ha cominciato la sua stagione ad agosto. Dopo essere stato eliminato al primo turno del Challenger di Ostrava si spinge fino alla semifinale del 250 di Kitzbuhel. In Romania un’altra eliminazione al primo turno è seguita dal titolo Challenger a Sibiu.

Un mese dopo bissa il successo il successo rumeno con la vittoria del terzo titolo Challenger in carriera vincendo a Ismaning contro Van De Zandschulp. Grazie a questi successi in un mese e mezzo guadagna 149 posizioni, piazzandosi al 154esimo posto. Con gli ottavi a Sofia persi contro il futuro campione Jannik Sinner, Huesler tocca l’apice della 146esima piazza, concludendo la stagione due posizioni più sotto. Curioso vedere cosa saprà fare nel 2021 giocando più tornei, soprattutto quelli del circuito maggiore.

ENRICO RUGGERI