Ray Charles morì il 10 giugno 2004 per le conseguenze di una malattia al fegato. Una vita che si aprì al mondo il 23 settembre 1930 nel Sud degli Stati Uniti ad Albany nella Georgia, dove nascere afroamericano non era certo una fortuna. Era figlio di un’operaia di una segheria e di un meccanico della manutenzione della ferrovia. Subì ben presto l’abbandono paterno, la morte del fratello minore e la perdita della vista tra i 5 e i 6 anni.
Cominciò così a frequentare una scuola per non udenti e non vedenti in Florida dal 1937 al 1945. La musica cominciò così a riempire il suo buio e le sue giornate. Studiò la musica classica, imparò a suonare il pianoforte, a comporre, ma si appassionò al Jazz, soul, swing e blues. Dopo la morte della madre lasciò la scuola e andò a vivere a Jacksonville dove trovò lavoro come pianista per delle band del Ritz Theatre di LaVilla. In seguito si trasferì a Orlando, Tampa e nel 1947 a Seattle dove cominciò a incidere dischi.
Ray Charles e i suoi primi dischi
Incise il primo singolo dal titolo I Love you I Love you (I will never let you go) nel 1949. Il brano era contenuto nell’album Confession Blues. Il primo successo che entrò nelle classifiche di vendita fu Baby Let me hold your hand nel 1951 con la quale entrò all’Atlantic Records con il produttore Ahmet Ertegun. Inizialmente la sua tecnica vocale era molto legata a Nat King Cole. Ma in seguito partecipa alla Session di Guitar Slim e il suo stile si definì grazie a una mescolanza di generi tra i quali il gospel e il jazz.
Pubblicò una serie di brani con l’Atlantic Records: It should have been me, Mess Around, I got a woman, This little girl of mine, Lonely Avenue, Mary Ann, Drown in my own tears, The Night time (Is the Right Time). I brani vennero inclusi nei dischi Halleluja, I love her so, Yes Indeed, The genius sings the blues. Nel 1959 What I’d say veniva trasmessa in molte radio.
“The genius of Ray Clarles” e “Georgia on my mind“
Ray Charles comincia ad essere conosciuto negli ambienti pop e pubblicò sempre nel 1959 The Genius of Ray Charles, che fu l’ultimo che realizzò con l’Atlantis Records. Firmò poi con Abc Records. Georgia on my mind, Unchain my heart, Hit the Road Jack divennero importanti in questo periodo. Georgia on my mind era una canzone del 1930 scritta da Hoagy Carmichael per la musica e Stuart Gorrell per il testo, ma Ray Charles che la incise nel 1960 la portò al successo.
Il 7 marzo 1979 Ray Charles cantò Georgia on my mind davanti all’Assemblea Generale della Georgia come simbolo di riconciliazione dopo i conflitti per l’ottenimento dei diritti civili. E da allora diventerà un successo indimenticabile e la canzone ufficiale dello Stato della Georgia. Un simbolo di pace e coesione.
Altri successi negli anni ’60, la pausa, la ripresa
Negli anni 60 incide anche dischi country come Modern Sounds in Country and western music e Modern Sounds in Country and western music Vol. II e altri successi tra il 1963 e il 1967: Busted, Take These Chains from my heart e Here we go again. Ebbe poi problemi di salute e con la legge a causa della sua dipendenza da sostanze stupefacenti, ma seguì un programma di disintossicazione e ne uscì fuori.
Negli anni ’80 appare nel film The Blues Brothers e nel 1986 con Billy Joel registra il singolo Baby Grand. Nel 1985 partecipa a We are the the world per U.S.A. for Africa. Nel 1989 registra una cover della Band Giapponese Southern All Stars, dal titolo Ellie my love che raggiunse il terzo posto nelle classifiche giapponesi. Ebbe anche problemi legati al timpano ed entrò in associazioni di non udenti facendo generose donazioni. Questo è quanto afferma a proposito delle disabilità sensoriali:
“La maggior parte della gente da’ per scontato il sentire. Io non posso farlo. Gli occhi sono il mio handicap, ma le orecchie sono la mia opportunità. Mi fanno vedere quello che i miei occhi non possono mostrarmi”
Ray Charles tra i Muppet Show, Toto Cutugno e Zucchero
Quando nel 1990 morì Jim Henson, creatore dei famosi Muppet Show, Ray Charles fece un tributo con la CBS e si esibì con i personaggi del Muppet Show. Nello stesso anno partecipa a Sanremo in coppia con Toto Cutugno con la versione americana di Amori, Good love gone bad. Nel 2001 collabora con Zucchero in Shake.
Sedici anni fa si spense per una complicanza di una malattia al fegato, ma lasciò al suo pubblico e ai suoi colleghi tanti ricordi e il riflesso delle onde energetiche molto forti che emanava durante le sue esecuzioni dal vivo. L’album Genius Loves Company uscì postumo e comprende una serie di duetti con Van Morrison, Willie Nelson, Elton John, James Taylor, Natalie Cole, Bonnie Raitt, Norah Jones.
Un artista nato con la musica dentro che costituì il suo senso esteso sul mondo e che ebbe l’umiltà di definirsi un “factotum” della musica:
“Non sono un cantante country: sono un cantante che canta canzoni country. Non sono un cantante blues, ma posso cantare il blues. Posso anche cantare canzoni d’amore. Non sono uno specialista, ma posso essere definito un factotum”.
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