Il Mondiale 2022 di Formula 1 è animato dalla lotta al titolo del binomio Red Bull-Ferrari. I due team sono in lotta, con gli austriaci che sembrano aver preso il largo nei confronti della scuderia di Maranello dopo gli ultimi appuntamenti del Circus. Chris Horner e Mattia Binotto, i due team principal, negli ultimi giorni hanno parlato dei possibili miglioramenti alle vetture che potrebbero inaugurare una sorta di guerra degli aggiornamenti. Tra idee, smentite e dubbi, il campionato più importante delle quattro ruote s’impreziosisce di questa variabile ancora da analizzare.
Red Bull-Ferrari, Binotto e Horner parlano degli aggiornamenti delle vetture
Nei giorni precedenti e parlando del Gran Premio di Silverstone che arriverà sulle scene il prossimo weekend, Mattia Binotto ai microfoni di Sky Sport aveva rivelato il suo pensiero circa gli aggiornamenti che potrebbe mettere in pista la Red Bull:
“Le prossime quattro gare saranno di importanti, mi aspetto un grande sviluppo di Red Bull a Silverstone, poi giudicheremo in pista“.
In conferenza stampa è arrivata la risposta di Chris Horner, team principal della Red Bull, alle dichiarazioni del collega di Ferrari:
“Non porteremo niente di che. Si tratta di un’evoluzione molto modesta, i componenti vengono introdotti man mano che arrivano a fine vita, si tratta di una forma di sviluppo molto diversa da quella che si è vista negli anni precedenti. So che la FIA sta valutando la questione. Non siamo il team che avrebbe più problemi, penso che Mercedes e Ferrari abbiano costi più elevati. E se si sente parlare di squadre di metà classifica che non rispetteranno il tetto massimo, credo che si capisca che non sia lo sviluppo a contribuire maggiormente a questi costi. Sono i costi fissi delle gare, del trasporto, dell’energia, delle utenze e della fornitura dei componenti, diventati tutti stratosferici. Penso che sia necessario applicare il buon senso perché la situazione potrebbe peggiorare. Abbiamo più introiti, grazie agli accordi che la Formula 1 sta siglando, dunque non è un problema di liquidità“.
(Credit foto – pagina Facebook F1)
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