Red Lights è un Thriller movie scritto e diretto nel 2012 da Rodrigo Cortès. Nel cast ritroviamo in modo inaspettato Robert De Niro, l’attrice americana Sigourney Weaver e il caro beniamino della celebre serie Peaky Blinders: Cillian Murphy.
La storia è stata girata interamente a Barcellona e solo in alcune riprese a Toronto, in Canada. Red Lights è stato candidato ai Gaudì Awards per miglior sonoro e miglior film straniero.
Perchè Rodrigo Cortès ha girato un film del genere?
Rodrigo Cortès durante il lavoro di sceneggiatura ha dichiarato di aver passato circa un anno intero immerso nello studio dei fenomeni paranormali, calandosi nei panni di un vero e proprio antropologo, immerso tra fedeli e credenti della materia o scettici. Cortès successivamente ha affermato di non credere nel sovrannaturale, bensì di accettare il concetto di paranormale inteso come una complessità di fenomeni ai quali la scienza non sa ancora dare delle risposte. Secondo il regista nulla nella realtà può eludere le leggi della natura.
Cerchiamo di essere quello che non siamo
Red Lights è un thriller movie con attimi di suspense e paura che sostanzialmente mixano questo genere a quello prettamente horror. I protagonisti sono una professoressa e un giovane assistente. Margareth Matheson e Tom Buckley, sono due ricercatori e il loro lavoro presso l’università si occupa di smascherare probabili ciarlatani, medium e guaritori che vendono le loro capacità paranormali al pubblico di sventurati.
La coppia è molto affiatata e riesce sempre a portare a casa una nuova scoperta di plagio.
I fenomeni paranormali non esistono e come ci dice Tom , il fisico ed assistente della dottoressa Matheson, non esistono i miracoli, tanto meno gli unicorni.
Tutto sembra filare liscio, le loro lezioni sono sempre motivo di ragionamenti deduttivi e rigorosamente scientifici. Ogni spiegazione sia teorica che pratica è volta a provare che l’uomo e soprattutto il cervello umano sono talvolta in grado di fare e riprodurre fenomeni che ci sembrano sbalorditivi e quindi degni di merito.
Tutto è spiegabile e traducibile in modo quindi oggettivo, eppure la dottoressa si rifiuta di incontrare il più famoso chiaroveggente cieco Simon Silver (Robert de Niro).
Le cose si mettono decisamente male quando si scopre dell’arrivo di Silver in città . La dottoressa viene colpita in prima persona dall’idea che Silver possa incontrarla di nuovo. Margareth Matheson non ha dubbi e sembra non credere in nulla che non abbia una risposta concreta, eppure l’incidente del figlio che lo costringe da anni a vivere in un letto di ospedale, le appare un argomento fragile e senza oggettività . Questo sarà il suo tallone d’Achille.
Non puoi negare te stesso per sempre perchè il tempo passa
Sebbene la pellicola di Cortès, sembra ruotare letteralmente intorno alla figura interpretata da Robert de Niro, il personaggio di Tom Buckley è la vera rivelazione della trama. Cillian Murphy ci tiene incollati alla storia grazie alla sua capacità di essere sempre un attore eclettico. Il personaggio di Tom è apparentemente chiaro eppure il colpo di scena si nasconde proprio ai nostri occhi ed anche ai suoi in fin dei conti. Simon Silver è solo un pretesto artificioso, che avrebbe potuto fare di meglio. Tutto ruota intorno alla tensione che il fisico scatena dal momento in cui deciderà di conoscere da vicino Simon Silver, convinto di poterlo smascherare.
Saprai la verità e la verità ti renderà furioso
“I risultati appaiono dove la metodologia è difettosa, quando sono involontariamente inclusi dati o i controlli in atto non sono adeguati e si dà per scontato qualcosa”. Quest’affermazione è il centro nevralgico della pellicola. Tom Buckley combatte per tutta la sua carriera accademica e nella vita quello che l’animo umano difficilmente vuole capire. I miracoli non esistono e se sentissimo all’orizzonte il rumore di zoccoli duri, saremmo certi che si tratta di cavalli e non di unicorni.
Red Lights lancia un messaggio sottile. I fenomeni paranormali possono esistere. Come esiste la falsità e la scienza che serve a darci spiegazioni pragmatiche di eventi inspiegabili alla mente e all’occhio umano.
La storia di Tom Buckley è un cammino alla scoperta di se stessi e di tutte quelle cose che a volte riteniamo certe e invece non lo sono affatto. Interessante dirigere quindi un film come questo, in cui il dilemma tra scienza e trascendenza viene alla luce fotogramma dopo fotogramma senza troppe rivelazioni scontate. Peccato solo per la parte finale della pellicola. La certezza non esiste e il regista rischia di banalizzare un argomento piuttosto complesso. Anche la scelta attoriale di Robert De Niro, appare immotivata eccetto che per una valenza simbolica nel cast. Benissimo piuttosto l’interpretazione che ha coinvolto Cillian Murphy e il suo rapporto con Sigourney Weaver.
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Silvia Pompi