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Red rompe gli schemi e si distingue dagli altri Pixar, ma perché?

Sin dall’inizio Domee Shi voleva che Red fosse diverso. Lo dichiara in tutte le interviste e lo ha fatto anche con noi, all’anteprima stampa del film. Abbiamo già parlato qui della grande novità: Red è diretto e prodotto da due donne, ma non solo.

La regista esordiente, con la sua squadra di lavoro, tutta al femminile, conquista lo streaming con Red e nuove formule di storytelling. 

Portare alla Disney uno strappo alle convenzioni è un’impresa ardua, si, ma decisamente riuscita.

Red

Un team coeso e i riferimenti agli anime

Dai contenuti speciali, disponibili su Disney+, possiamo esplorare il percorso e la realizzazione del film dietro le quinte. Lindsey Collins, la produttrice, riferendosi alla regista, dichiara di aver compreso subito di trovarsi di fronte ad una donna straordinaria, con un modo unico di trasmettere il cinema e comunicare la sua visione. Red è specchio dell’umorismo di Domee Shi, della sua energia e del contatto diretto avuto con il suo team. I lavori dietro le quinte, infatti, non mancano di stravaganze, sorrisi e un clima dai caratteri familiari.

Addirittura, una volta a settimana, durante il periodo della pandemia, Domee Shi aggiornava il suo team, dirigendolo a distanza, facendo con tutti una pausa caffè. Durante la visione del film, assaporiamo la predilezione della regista verso gli anime giapponesi. Alla conferenza stampa, a seguito della prima del film, ha dichiarato di aver preso ispirazione da modelli anni ‘90 come Sailor Moon o Ranma ½. Occhi che brillano di stelle e scintille, cuori svolazzanti, sfondi colorati che si muovono creando sfere e lunghe scie. Un bel modo, questo, per mostrare la grinta di una tredicenne nerd, così piena di energia nel fiore della sua crescita. Si può certamente intravedere una novità, se la consideriamo in relazione ai precedenti film Pixar.

4 Town
Red

Prima regola infranta: una regista fuori dagli schemi

I primi film Pixar seguivano schemi universali, uno scheletro prestabilito con regole e impostazioni fisse. Emma Coats, Story Artist della Pixar, nell’ormai lontano giugno 2012, ha contribuito a rendere canonica questa visione di lavoro. Nei blog di sceneggiatura più autorevoli circolavano le sue 22 regole di storytelling Pixar, raccolte grazie alla sua esperienza sul campo. Progetti come Toy Story, Inside Out o Up, avevano alla base un format prestabilito, da riempire solo dopo con delle caratteristiche più precise. Tuttavia, non sempre durante la lavorazione questo si dimostra un metodo pratico. Avere come base un progetto rigoroso, portava inevitabilmente i vari team a cambiare in corso d’opera, non tenendo completa fede all’idea iniziale. Sono un esempio di questo Up, inizialmente basato sulla storia di una coppia di principi alieni, vissuti in una città che galleggia.

Domee Shi
Domee Shi, regista di Red – Foto di Cayce Clifford / Per The Times

Lo stesso vale per A Bug’s Life, riscritto completamente nove mesi prima che uscisse. Shi ci svela un metodo completamente diverso, un modo per ottimizzare i tempi. Red non  aveva uno schema rigoroso da seguire. Buona parte del lavoro è stato realizzato seguendo i ritmi e le idee personali della regista e del team. Questo cambiamento è stato apportato proprio perché una rifinitura eccessiva, basata su uno schema fisso, avrebbe richiesto maggior tempo, secondo Domee Shi. Inoltre, lo schema universale, convenzionalmente seguito da Pixar, non avrebbe garantito a Red la sua unicità.

Pixar sta cambiando? Red volta pagina

Pesci pagliaccio, giocattoli, mostri e bambini urlanti, macchine parlanti. Pixar ha avuto la forza di proporre soggetti bizzari, garantendo quell’empatia e  quel magico legame per cui è sempre stato facile riconoscersi. Quali sono i segreti di questa universalizzazione? I soggetti, che fossero nella profondità degli abissi, o prodotti in serie plastificata, avevano caratteri umani e portavano in luce principi universali. Amore, famiglia, amicizia, temi cari alla Disney sin dalle origini. Cosa c’è di diverso in Red? Una storia ispirata a una vita realmente vissuta, quella della regista, in cui possiamo rivederci.

Red: una storia personale e non solo

Nessuno, prima d’ora, aveva portato in Pixar riferimenti biografici tangibili tanto quanto ha fatto Domee Shi. Sicuramente Luca ha avuto delle influenze a partire dalla vita del regista Enrico Casarosa e le sue vacanze italiane. Ma Red è un esempio nuovo e, sotto questo aspetto, più evidente. In Pixar i primi film hanno ambientazioni più neutre. Toy Story, il cui scenario si svolge nella Tri-County Area, potrebbe somigliare a qualsiasi punto dell’America centrale. Ci sono strade extraurbane, sale giochi, negozi e centri commerciali. In Red, Toronto è trasportata su schermo attraverso diverse citazioni e particolari visibilmente riconoscibili.

Red, anche per questo motivo, rompe gli schemi.

Toy Story
Immagine estratta direttamente da Toy Story (1995)
Toronto
La Toronto di Red (2022)

Si tratta infatti, di un film molto personale, ispirato agli anni della vita preadolescenziale di Shi, a Toronto. Anche lei con una mamma protettiva ed esigente; anche lei esuberante, mai spaventata del parere altrui e orgogliosa di essere nerd. La regista dichiara di aver trascorso una vera e propria fase di transizione, di timidezza e insicurezza dovuta all’acne. La consapevolezza del suo corpo è la prima sensazione che intendeva trasmettere, portando sullo schermo la trasformazione di Mei in un panda rosso. Proprio questa scena, infatti, rappresenta una parte considerevole del film anche in relazione alla sua durata.

In questa fase di Pixar, il modo per far immedesimare lo spettatore è diverso e nuovo.

Shi ha parlato subito del suo intento. Voleva raccontare la crescita, la sensazione di svegliarsi ricoperti di peli, avere fame e non riuscire a contenere le proprie emozioni. Sebbene non tutti abbiano compreso l’intento della regista, l’accuratezza nel rappresentare la pubertà è innegabile.

Una storia più specifica si, ma solo in apparenza. La cura per i dettagli come il cibo, i vari riferimenti alle tradizioni della famiglia di Mei o le prime esperienze delle giovani ragazze sono una ricchezza. I diversi particolari che ad un occhio superficiale sembrano allontanare chi guarda, in realtà non fanno che confermare un’assoluta verità: crescere è bestiale.

Sofia Pucciotti

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