Reddito di cittadinanza: quali sono le modifiche del nuovo Governo

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Di Mariapaola Trombetta

Nel mirino del governo: il Reddito di cittadinanza. Il Centrodestra aveva già annunciato in campagna elettorale le profonde modifiche al sussidio.

Una modifica soft ma immediata, tra chi propone l’abolizione e chi invece un innalzamento ma con nuove caratteristiche.

Stretta “soft” per il reddito di cittadinanza: il sussidio avrà una durata massima

Reddito di cittadinanza: nuove strette dal nuovo Governo -Photo Credits :tgcom24.mediaset.it
Reddito di cittadinanza: nuove strette dal nuovo Governo -Photo Credits :tgcom24.mediaset.it

Per il Reddito di cittadinanza si preannuncia una stretta “soft“. Attualmente i percettori del Reddito di cittadinanza, possono avere il sussidio fino a che non trovano un lavoro. Il primo cambiamento verte proprio sulla lunghezza: il sussidio non sarà più illimitato ma avrà una durata massima. Non ci sarà nessuna abolizione improvvisa per i percettori abili al lavoro, ma un percorso a esaurimento. Il “nuovoReddito di cittadinanza potrebbe aggiungere altri 30 mesi di supporto, ai 18 attuali, portando fino ad un massimo di cinque anni la copertura entro la quale il percettore dovrà trovarsi un posto di lavoro. Un calo scaglionato dell’importo mensile, potrebbe essere previsto negli ultimi 18 mesi del sussidio.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, tornato sul “luogo del delitto”, dopo aver ricoperto lo stesso incarico nel primo governo Conte, ha affermato: «Un décalage e un sistema che incentivi le persone a lavorare. Vogliamo solo dare una risposta diversa a chi può lavorare: dignità attraverso il lavoro». Quindi ai poveri non verrà tolto nulla per mandare in pensione lavoratori che non hanno problemi di reddito, con 41 anni di contributi (più 61 di età).

Come funziona il nuovo Reddito di cittadinanza

Dopo 18 mesi, se il percettore del Reddito di cittadinanza non ha trovato lavoro, viene sospeso dal sussidio e “girato” in un percorso di politiche attive del lavoro. Quindi dovrà frequentare corsi di formazione che siano adatti al suo profilo e alle richieste da parte delle aziende. Il percorso avrebe una durata di sei mesi, nei quali verrebbe sostenuto economicamente, grazie alle risorse del Fondo sociale europeo.

Se dopo 6 mesi, quindi dopo la formazione, il percettore non riuscirà ancora ad entrare nel mondo del lavoro, ci sarà una sospensione di sei mesi. Al termine dei sei mesi, durante i quali continuerebbe a fare formazione, potrà richiedere il Reddito di cittadinanza che lo coprirà per 12 mesi ma con una decurtazione del 25%. Se in seguito a questo periodo il beneficiario non è ancora entrato nel mercato del lavoro, subirà una nuova sospensione di sei mesi, al termine dei quali potrà richiedere, per l’ultima volta, il Reddito di cittadinanza. Quest’ultimo lo sosterrà per sei mesi con una nuova decurtazione del 25%. Arriverà a prendere quindi la metà di quanto previsto all’inizio. La riforma prevederà che se si rifiuterà anche una sola offerta congrua di lavoro, si decade dal Rdc.

La nuova stretta del Reddito di cittadinanza colpisce un percettore su tre

Come dice Durigon, ad esssere colpito dalla nuova stretta del nuovo governo, è «Un percettore su tre del Rdc». Quindi sicuramente i 660 mila tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro e con molta probabilità anche i 173mila che già lavorano con retribuzioni così basse da ottenere il sussidio.

Verranno coinvolte maggiormente le agenzie private e rafforzati gli incentivi, per potenziare le politiche attive per chi riesce a collocare al lavoro gli interessati. Per quanto riguarda i controlli, il sottosegretario dice: «Pensiamo che il sistema non debba più essere gestito centralmente dall’Inps ma sul territorio dai comuni, che conoscono meglio le reali situazioni di povertà».

Reddito di cittadinanza: modifiche per sostenere le pensioni

 La Lega ha richiesto le sospensioni di sei mesi che prevedono coi risparmi sul Reddito di cittadinanza il finanziamento della riforma pensioni. Con la stretta si potranno risparmiare «a regime, cioè alla fine del percorso, almeno 3 miliardi», su una spesa di circa 8 miliardi l’anno. La domanda è: per cosa verranno utilizzati? Durigon dice: «Magari per rafforzare gli interventi verso i veri poveri e poi per introdurre Quota 41, cioè la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro».

Il superamento della Legge Fornero attraverso quella che viene definita “quota 102“, cioè il poter andare in pensione già a 61 anni ma con almeno 41 anni di contributi, è un cavallo di battaglia per la Lega di Matteo Salvini. Come sottolinea il sottosegretario: «Darebbe la possibilità di andare in pensione prima a una platea di circa 90mila lavoratori». L’anticipo della pensione ha dei costi: almeno 1,2 miliardi, che sono proprio il costo di un semestre di Reddito di cittadinanza. Dei percettori del reddito, attualmente 660mila sono quelli tenuti a sottoscrivere il Patto del lavoro, e quindi sono pronti a rientrare nelle politiche attive. Presto potrebbero quindi vedere la luce grazie alle nuove linee sul Reddito.

Mariapaola Trombetta

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