Renzo Arbore su Raffaella Carrà e Gianni Boncompagni: “Lui si ingelosì…”

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Di Redazione Metropolitan

Il ricordo di Renzo Arbore del rapporto tra Raffaella e Gianni Boncompagni: “Io e Gianni lavoravamo in tandem e ci frequentavamo anche come amici. Spesso uscivamo in quattro con le nostre rispettive fidanzate, Raffaella e Mariangela. Siamo andati alla Bussola a sentire il concerto di Aretha Franklin. Ci piacevano molto le gite in campagna”. Ma li aveva mai sentiti litigare? “Se l’hanno fatto se lo sono tenuti per loro”.

Poi, però, Renzo Arbore un aneddoto curioso sul rapporto tra Boncompagni e la Carrà lo snocciola: “Ricordo che una volta Gianni andò su tutte le furie quando Raffaella accettò la corte di Silvio Berlusconi e della sua tv. Il motivo? Perché in casa arrivarono mille rose rosse e lui non sapeva dove metterle. Le piazzò nei corridoi, al bagno, vicino al portone, ovunque. Non ne poteva più di vedere rose ovunque”, ricorda Arbore.

Infine, il mitico cantautore, quando gli chiedono se Raffaella non si arrabbiava nemmeno quando la immitavano, risponde in modo netto: “Macché. Era contenta perché si sentiva amata dal pubblico, osannata dai bambini e dal pubblico dei gay. Non aveva nemici né avversari, al massimo avrà esagerato con qualche costume di scena ma non l’ho mai vista arrabbiarsi”, conclude Renzo Arbore.

Renzo Arbore: “Ci considerava due cialtroni

Una grande amicizia, vacanze insieme, feste nonché grandi chiacchierate durante le quali hanno avuto vita successi, programmi, canzoni. È un ritratto intimo e personale quello che Arbore ci regala della Carrà, umile e semplice così come lei stessa era: “Io e Gianni eravamo improvvisatori, avevamo inventato la radio ‘sciocca’ e ci considerava due cialtroni. Scherzavamo sulla sua professionalità – racconta Arbore descrivendo la grande maestria e la puntualità del mito – Raffaella curava i dettagli, prendeva sul serio tutte le cose che faceva, con grande determinazione“. Ricordando poi uno dei momenti più felici e divertenti condivisi con la Carrà, sempre Arbore: “Una volta in campagna vicino ad Arezzo, da Gianni. Cera la fisarmonica, c’erano le sue famose telecamerine che lui aveva sempre con sé per riprendere tutto… Non c’è un motivo preciso, ma ricordo che quella volta passammo del tempo divertendoci davvero tanto“.

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