Uno dei più noti filoni cinematografici che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della settima arte è sicuramente quello degli Spaghetti Western. Film come “La Resa dei Conti” (oggi su RAI Movie alle 14:00) ne rappresenta l’anima più autentica.
Non furono infatti solo Sergio Leone e Sergio Corbucci a creare una serie di incredibili film che hanno fatto scuola al loro tempo.
Spesso ci dimentichiamo di tutti quegli onesti e abili mestieranti che hanno saputo conferire ulteriore linfa ai western all’italiana.
Partendo da un soggetto di Franco Solinas e Fernando Morandi poi sceneggiato da Sergio Donati e lo stesso regista, “La Resa dei Conti” vede dietro la macchina da presa Sergio Sollima e davanti due delle più note star del genere: Lee Van Cleef e Tomas Milian.
Siamo in Texas e il nostro (anti) eroe di turno è il cacciatore di taglie Jonathan Corbett (Van Cleef), famoso pistolero deciso a ritirarsi per costruirsi una carriera nella politica. Per questo motivo viene avvicinato dal viscido latifondista Brokson (Walter Barnes).
Brokson vorrebbe utilizzare le abilità di Corbett per i suoi scopi e l’occasione sembra presentarsi quando una ragazzina viene violentata e uccisa. Deciso a sfruttare l’evento per aumentare la propria influenza, Brokson assolda Corbett per trovare il presunto colpevole, Cuchillio Sanchez (Milian).
Corbett dà inizio alla caccia ma si dovrà confrontare non solo con la scaltrezza dell’ambiguo Cuchillio ma anche con una ricerca della verità che potrebbe segnare il suo destino e quello dell’ambizioso piano di Brokson che prevede la costruzione di una ferrovia che collega gli Stati Uniti col Messico.
Ciò che ha reso “La Resa dei conti” uno dei migliori Spaghetti Western mai realizzati non è solo il mestiere di Sollima ma soprattutto la grande attenzione rivolta verso la trama e i personaggi.
Non ci troviamo di fronte alla classica caccia all’uomo in cui il Buono e il Cattivo (etichette molto discutibili per i personaggi presenti in questi film) sono facilmente riconoscibili.
La verità dietro il crimine al centro della trama nasconde qualcosa di molto più sinistro (moralmente parlando) e noi spettatori non sappiamo come inquadrare Cuchillio, giovane messicano che vive di espedienti non sempre legali ma che potrebbe essere effettivamente un assassino.
È poi c’è lui: Lee Van Cleef. Attore reso iconico da Leone a partire da “Per qualche dollaro in più”, Van Cleef qui offre forse uno dei suoi personaggi più sfaccettati. Corbett è un duro ma non è disumano, bravo ad uccidere ma con un proprio codice e soprattutto è un uomo che sbaglia continuamente.
Ciliegina sulla torta de “La Resa dei conti” non poteva che essere Ennio Morricone, autore di una delle sue migliori colonne sonore che accompagnano, fra l’altro, uno dei duelli finali più belli di tutta la cinematografia western.
Se volete concedervi un’ora e quaranta di intrattenimento genuino e meno banale di come può apparire, “La Resa dei conti” rimane un classico intramontabile.
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