“BuonCiorno, Zono Doctor Zingler, Crande amico di doCtor CiorCioo” sembra esclamare a gran voce il personaggio di Leon Kennedy in Resident Evil Welcome to Raccoon City. Ridotto a macchietta, anzi peggio: a LEONea (linea) comica di una pellicola che vorrebbe tanto prendersi sul serio, giuro. Guarda, ci mettiamo le citazioni ai videogiochi, le hai viste tutte? Il panino dentro al camion; l’incidente che ne consegue, quando nell’intro di Resident Evil 2 vediamo la prima zombie in strada venire investita brutalmente.
E poi, e poi? Oh, potrei andare avanti all’infinito, anche solo parlando delle location: la stazione di polizia, l’ufficio del grande capo al suo interno, il parcheggio e il dobermann zombie che lo abita; Villa Spencer nella sua interezza, inquadrature (che suggeriscono i cambi di visuale del primo capitolo originale) comprese. Dulcis in fundo, il primo non morto della saga, quello che si gira lentamente verso di te e ti fissa, con l’occhio fradicio e tonnato tipico di chi non ha avuto PER NIENTE una bella giornata.
Resident Evil Welcome to Raccoon City, poteva andare peggio, poteva piovere
La mia, di giornata, intesa quella di chi vi scrive ora, fino alla visione del film era proceduta abbastanza bene, in realtà. Mi ero svegliato allegro, pensando che forse, stavolta, Sony avrebbe diretto una pellicola che sapesse onorare degnamente una serie horror complessa e sfaccettata. Non puramente spaventosa, né solamente trash: bensì un connubio a suo modo elegante delle due sorgenti multimediali. Avevo pranzato riflettendo sui film prodotti in passato, sul loro modo unico di vedere solamente l’aspetto da B-Movie di Resident Evil. Forse perché in quegli anni spadroneggiavano i capitoli meno amati, e più Action Based della serie? Chissà. Sta di fatto che Milla Jovovich non era stata capita appieno, e con lei nessuno degli altri interpreti e addetti ai lavori che avevano confezionato un prodotto SCADENTISSIMO. Ma con molta più anima di questo (Not) Welcome to Raccoon City.
La recensione completa della pellicola, redatta dal mio collega e sulla quale non mi prendo nessuna responsabilità (oh, alla fine a ciascuno può piacere o meno un film, io per esempio AMO L’uomo dai pugni di Ferro 1 e 2) potete leggerla QUI. Prendete dunque questo articolo come uno sfogo incontrollato; un’eruzione vulcanica di sentimenti repressi nel corso della proiezione stampa alla quale ho partecipato, e che con difficoltà ho tenuto a freno. Scena dopo scena, scempio dopo scempio, mentre la pallida imitazione citazionista che volevano far passare per “fedeltà al prodotto originale” si prendeva libertà inconcepibili e grottesche. Tanto che alcuni colleghi si sono alzati prematuramente dalla sedia a loro assegnata, allontanandosi silenziosamente (forse dovevano solo andare in bagno? Li capisco. Io purtroppo ero seduto in mezzo alla sala, quindi…). Una su tutte, quella che dà origine a questo pezzo, e al mio più profondo disappunto.
Ci mancava solo che facesse le pernacchie come Martellone in Boris, o che cadesse a chiappe nude su un cactus come l’Homer Simpson poliziotto della puntata (episodio 10×09) dell’omonima serie cartoon. “Eccone un altro che urla al black-white-blue-yellow washing” potranno pensare alcuni di voi che non hanno ancora visto il film, ma solo i trailer. Ma concedetemi un sonoro “E sti…zombie” sulla nazionalità dell’attore. Che fra l’altro fa anche un buon lavoro con la parte che gli è stata assegnata. Il problema è che sul copione, scritto tra un “Basito” e un “LOCURA!”, c’era vergato a lettere cubitali che Leon Kennedy doveva fare l’imbranato credulone. Il sempliciotto. L’assonnato figlio di papà che “ha sparato al sedere del suo partner” (giuro, non è una battuta: è una parte REALE della trama del film) ed è stato punito con un viaggio a Raccoon City permanente.
Non voglio spoilerare altro. Ma spero vivamente che chiunque mi leggerà resisterà alla tentazione di vedere il film in sala, e si accontenterà di scoprire tutti i dettagli di una caratterizzazione SBAGLIATA dall’inizio alla fine in un secondo momento. Magari la domenica su Italia 1, dove Resident Evil Welcome to Raccoon City troverà il suo giusto spazio. Ben diverso da quello che oggi, a posteriori, riservo ai primi adattamenti cinematografici di Resident Evil. Che, almeno, avevano avuto la decenza di allontanarsi dal prodotto di base con creatività e spirito di iniziativa. E oggi? Oggi “Famo che ora Leon fa un rutto, spara con il lanciamissili urlando e salva Mary Su-ehm, volevo dì Claire Redfield e suo fratello. Poi cade a terra e urla -Mortacci che botta AO-” “Geniale” “Visionario” “Un grande classico!”. Sipario.
Eppure, con grande spirito di professionalità, non mi sono alzato subito dalla poltrona, una volta finito il film. Ho aspettato l’inevitabile scena post credit cliff-hanger che suggerisse un seguito. E il film non mi ha deluso. Oddio, in realtà sì, sono stato deluso, ma non perché mancasse: perché c’era, e sembrava tratta da uno Scary Movie. Prossimamente nelle sale: Resident Evil 2emezzo – Leon si scorda come ci si siede. “Con il 100% in più di -faccette-”. E io, invece, spero di scordare presto di aver visto questo film.