Il Ribelle di Leonardo Rossi andrà in scena al teatro Trastevere di Roma dal 2 al 5 novembre. Uno spettacolo liberamente tratto dal “Trattato del Ribelle” di Ernest Jünger. Dedicato a quella parte di noi, di tutti noi, che non smette mai di preferire l’anarchia e l’assenza di regole al mondo ingabbiato di tutti i giorni. Regia e cura musicale di Gian Marco Montesano.

Il Ribelle, al teatro Trastevere di Roma dal 2 novembre

Il Ribelle interpretato da Umberto Marchesani potrebbe essere chiunque di noi. “Potrebbe essere un soldato, uno studente, un milite o un adolescente, un sacerdote o un operaio”.  Perché dentro ognuno di noi resta sempre, nel fondo, quell’essere che non accetta imposizioni, che non vuole essere ingabbiato da regole imposte dagli altri. O dalla società. Un essere, uomo o fanciullo. che potremmo definire anarchico. O il Ribelle.

A dar voce a questo personaggio, a questa parte di noi, arriva l’opera di Leonardo Rossi, in scena al teatro Trastevere di Roma dal 2 al 5 novembre.

I temi affrontati da “Il Ribelle”

Elezioni, politica, sessualità, estremismo, femminicidio, ma anche solitudine, rancore e speranza. Questi i temi portati in scena da Gian Marco Montesano nel suo Il Ribelle, di cui ha curato musica e regia. Nella pièce tutto viene preso a fatto a pezzi, sondato con delicatezza per essere osservato in controluce e finalmente compreso: gli scontri generazionali, gli scontri finti, gli scontri dialettici e anche conflitti erotici, “umani e molto umani”, sono tutti gli elementi che questo Ribelle, senza età e senza tempo, lancia sul pavimento per cercare di leggerne le profezie.

La locandina ufficiale de Il Ribelle

Alla fine trionfa la figura dell’anarca, un re, un modello, un operaio del mondo che lo costruisce nel silenzio della foresta, ascoltando una musica che viene da lontano e che lo proietta ancora più in là. Altra protagonista dello spettacolo è la musica che torna e ritorna dall’inizio alla fine, una musica che ci offre un Ribelle che è un sollievo, un istante di pace e di sicurezza. Cosa ne verrà fuori, si potrà capirlo ascoltando con attenzione le parole e la musica. Parole come queste:

“Lui è lì, dentro una stanza. Circondato dalla musica. Una musica celestiale lontana, ma così vicina; lui si interroga, si scava, si fa del male. Ma potrebbe trovarsi anche dentro una trincea, fumando una sigaretta, appoggiato a un muro decrepito, con il fango fino alle ginocchia.
Lui siamo noi, siete voi, sono io o sei tu. Siamo tutti. Lui è un ribelle”

Perché non c’è significato più intimo e profetico di una parola che si lega a una nota.

Federica Macchia

 

“Il Ribelle” dal 2 al 5 novembre al teatro Trastevere

via Jacopa de’Settesoli 3, 00153 Roma

orari: martedì-sabato h 21.00, domenica h 17.30

info e prenotazioni: 06.5814004  info@teatrotrastevere.it

www.teatrotrastevere.it