Richiesta l’archiviazione dell’indagine aperta nei confronti del pm Woodcock e della giornalista Federica Sciarelli

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Di Redazione Metropolitan

La Procura di Roma ha firmato la richiesta di archiviazione della indagini, nate da una costola del maxi-processo Consip, a carico del pm Henry John Woodcock e della compagna, la giornalista Federica Sciarelli, sui quali pende l’accusa di violazione del segreto istruttorio e di falso

Luca Lotti è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. Il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale. A decidere il destino dell’uomo più vicino al segretario del Pd ora sarà il procuratore Giuseppe Pignatone“.

Con queste parole il giornalista de “Il Fatto Quotidiano “ Marco Lillo anticipava al pubblico, attraverso tre articoli del 21-22- 23 Dicembre 2016 l’apertura di un nuovo filone dell’indagine sulla Consip, a carico del braccio destro di Matteo Renzi, Luca Lotti, subito dopo che le indagini furono spostate dalla procura di Napoli a quella di Roma per la grave fuga di notizie avvenuta in precedenza. 

Le accuse al pm Henry John Woodcock e alla giornalista Federica Sciarelli

Per queste parole si apriva invece un ulteriorie indagine della procura di Roma, questa volta a carico del pm partenopeo Henry John Woodcock e della sua compagna, la giornalista Federica Sciarelli: entrambi erano accusati di aver violato il segreto istruttorio che vige sulle indagini preliminari (Woodcock avrebbe riferito i particolari alla Sciarelli la quale avrebbe fatto da tramite con il suo amico e giornalista Marco Lillo), mentre solamente Woodcock era stato accusato anche di falso in concorso con il capitano del Noe Scafarto, per aver accreditato l’ipotesi che alle indagini sul fascicolo Consip stessero partecipando anche i servizi segreti (per volontà di Matteo Renzi).

Ora le accuse potrebbero cadere, in quanto la Procura di Roma non ha riscontrato elementi idonei ad accreditare le accuse inizialmente avanzate, nè per quanto riguarda la fuga di notizie nè per il reato di falso contestato a Woodcock, rivelandosi dunque probabilmente infondata la notizia di reato. Il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno infatti firmato la richiesta di archiviazione sulla quale dovrà ora pronunciarsi il gip.
La richiesta di archiviazione delle indagini a carico del pm anglo-napoletano Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli sembra così dare ragione a quanto affermato nelle difese iniziali dalla stessa Sciarelli, la quale aveva respinto le accuse dicendo: «Non posso aver rivelato nulla a nessuno semplicemente perché Woodcock non mi svela nulla delle sue inchieste, tantomeno ciò che è coperto da segreto».
Anche il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, Marco Lillo, aveva subito smontato le ipotesi dell’accusa, sostenendo che la Procura di Roma avesse “preso un granchio“, in quanto la fonte delle notizie di cui era in possesso era un’altra (tutt’ora sconosciuta).

Cosa può succedere ora?

E’ molto probabile che il giudice per le indagini preliminari si pronunci favorevolmente rispetto alla richiesta di archiviazione proveniente dalla procura, accettandola, ma non è fantascentifica l’ipotesi che lo stesso gip possa richiede un’apposita udienza, non ritenendo di essere in grado di decidere de plano, durante la quale decidere alla presenza del pm, degli indagati e della parte offesa.
Se il gip non decidesse di emettere ordinanza di archiviazione, perchè ritiene che non ce ne siano ancora i presupposti, potrà disporre che vengano effettuate ulteriori indagini, come anche costringere il pm all‘imputazione coatta, costringendolo ad emettere entro un tempo limitato un’imputazione a carico degli indagati, qualora ravvisi che vi siano gli elementi per accusarli.

Lorenzo Maria Lucarelli