A fine anno Quota 100 verrà sostituita da Quota 102. Cambiano dunque i requisiti per poter andare in pensione, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2022. Il testo sulla riforma delle pensioni dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre.
Quota 102: come funziona la nuova legge sulle pensioni
Nei giorni scorsi il governo ha annunciato una riforma del sistema pensionistico italiano che vedrà l’ingresso di Quota 102. Il nuovo disegno di legge è contenuto nel testo della Legge di Bilancio 2022 e dovrebbe essere approvato dal Parlamento senza difficoltà entro fine anno.
Come indica il nome, Quota 102 permetterà di andare in pensione due anni più tardi rispetto a Quota 100. Infatti, si potrà richiedere la pensione con 64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. Nella riforma dovrebbero rientrare circa 50mila persone prima del 2023, anno in cui tornerà in vigore la legge Fornero, per la quale serviranno 67 anni di età.
Per quanto riguarda Quota 102 non sono previste penalizzazioni, se non quelle dovute all’anticipo d’uscita. A tal proposito si stima che chi ha un reddito di 30mila euro lordi potrebbe perdere tra i 50 e i 150 euro sull’assegno in caso di uscita anticipata.
Uscita anticipata, ecco chi può richiederla
Il premier Draghi ha annunciato anche l’ampliamento della categoria dei cosiddetti “lavori gravosi” che consentono l’anticipo sulla pensione a 63 anni di età, con l’assegno “Ape Sociale” erogato dall’Inps. Il nuovo elenco delle mansioni ritenute gravose passa da 65 a 203 attività: si va dai portantini ai macellai, dai bidelli ai falegnami fino a tassisti, insegnanti di scuola primaria e cassieri.
Con la nuova riforma i lavoratori che svolgono mansioni stressanti potrebbero andare in pensione al compimento dei 63 anni grazie all’assegno Inps. Si accederà al pensionamento con il calcolo dell’assegno interamente contributivo, e non più con 58 anni di età e 35 di contributi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato anche la riforma di “Opzione donna“. A poterne usufruire saranno le lavoratrici con 60 anni di età, nel caso di dipendenti, e 61 anni se lavoratrici autonome. Restano comunque aperte le finestre, quindi si potrà uscire a 61 anni se dipendente e 62 e mezzo se autonoma. Sarà superato così il criterio attuale che richiede 58 anni di età e 35 di contributi per le dipendenti, con oltre un anno di finestra mobile, e 59 anni e 18 mesi per le autonome.
Quota 102: perché Quota 100 era insufficiente?
Quota 100 era stata approvata nel primo governo Conte per superare la Legge Fornero. Tuttavia, aveva ricevuto numerose critiche poiché consentiva di andare in pensione a 62 anni, un’età ritenuta troppo bassa dalla maggioranza dei lavoratori. Secondo Il Fondo monetario internazionale la riforma non ha mai portato a quel “ricambio generazionale” sul mercato del lavoro, che inizialmente sembrava essere il motivo principale per cui era stata approvata.
Altro aspetto contestato sono state le pesanti conseguenze della riforma sulle casse dello Stato italiano, di cui avrebbero dovuto farsi carico le future generazioni. Infatti, secondo l’Inps, alla fine di agosto 2021 erano state 341mila le persone che avevano richiesto di accedere a Quota 100- Di questi più del 60% erano lavoratori tra i 62 e 63 anni di età. In totale la spesa a carico dello Stato sarà di oltre 18,8 miliardi di euro fino al 2030.
Intanto, in vista del ritorno della legge Fornero nel 2023, i sindacati hanno chiesto una nuova riforma complessiva che consenta di sorpassare la riforma sulle pensioni introdotta da Elsa Fornero, già aspramente criticata da lavoratori e sindacati.
Giulia Panella
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