Ringo Starr: aspirante batterista vagabondo

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Di Giorgia Lanciotti

Era la fine degli anni 50 e Richard Starkey era a Butlins con i Rory Storm and The Hurricane, il gruppo a cui si era unito da poco e in cui suonava la batteria. Tutti i componenti della band avevano già scelto un nome d’arte. Ai tempi tale Richard portava molti anelli e a Liverpool lo chiavamano “Ehi, Rings”. Il suo nome era già diventato per abbreviazione Ritchie, poi Rings. Infine, divenne Ringo.

Però erano tutti d’accordo che Ringo Starkey non funzionava, così Ringo tagliò il cognome a metà e così nacque Ringo Starr. Non c’entrarono le stelle, almeno non nella scelta del nome. Lo fece scrivere sulla grancassa della batteria e da lì venne sostituito solo dalla successiva scritta nera su fondo bianco: “The Beatles”.

Ringo Starr Jim Marshall credits
Fonte: Jim Marshall Photography

Ringo Starr: i primi ricordi musicali

Nella “The Beatles Anthology” Ringo Starr racconta il suo primo ricordo musicale e lo fa risalire all’età di 8 anni. É Gene Autry che canta South of the Border e diventa il suo idolo. A quei tempi il piccolo Richard non aveva altri progetti per la vita futura che non includessero il vagabondaggio o diventare marinaio. In ogni caso, l’istinto era quello di andare. Possibilmente per mare, da sempre veicolo di mode.

Qualche anno dopo entrò nella sua vita Harry, il compagno della madre che sarà la figura più simile ad un padre che avrà nella sua vita. Fu Harry ad iniziare il piccolo Richard all’ascolto della buona musica, in particolare del jazz, e ad insegnargli la gentilezza come pratica nella vita.
L’amore per lo strumento, la batteria, nacque soltanto dopo, davanti alle vetrine di un piccolo negozio di dischi e strumenti musicali su Park Road. Andando a scuola e passando lì davanti Ringo, catturato dai tamburi, scelse il suo strumento e imparò a suonarlo in ospedale, durante il ricovero per tubercolosi nel 1954.

Dal Cavern Club di Liverpool ad Amburgo

Ormai adolescente, Richard iniziò a frequentare il Cavern Club di Liverpool. Era lì che alla fine degli anni 50 si andava per bere, ascoltare rock’n’roll o suonarlo con il proprio gruppo. Da qui cominciò anche la carriera musicale di Ringo Starr che, allora, suonava con vari gruppi: i Darktown Skiffle Group, Rory Storm and The Hurricane e con Tony Sheridan.

Nell’autunno del 1960, dopo aver rimandato varie volte, Ringo partì con i Rory Storm and The Hurricane per Amburgo, dove si trovavano anche George Harrison, John Lennon e Paul McCartney, ovvero i Beatles. Le band suonavano in club diversi della città, ma finirono poi per ritrovarsi tutti nello stesso locale e per conoscersi musicalmente.

Quando George Martin, produttore della EMI, mise gli occhi addosso ai Beatles trovò solo un elemento che non lo convinceva: il batterista. Pete Best andava scaricato e a questo non ci pensarono gli altri componenti della band, ma Brian Epstein che poi ne sarebbe diventato lo storico manager. Ora bisognava trovare un nuovo batterista e il migliore di Liverpool suonava con i Rory Storm and The Hurricane ed era Ringo Starr.

Ringo Starr entra nei Beatles

Il 15 agosto 1962 Ringo Starr entrò definitivamente nei Beatles. Dopo l’ingresso nel gruppo, ci mise un po’ a guadagnarsi la confidenza degli altri tre che, invece, già si conoscevano bene. Ma i tour e, in particolare, i dormitori pubblici dove si accampavano dopo i concerti e tra l’uno e l’altro, furono molto utili per cominciare a conoscersi.
Nel 1963 i Beatles conquistarono l’Inghilterra. L’anno successivo si presero il mondo. Le loro canzoni erano nelle orecchie e nelle ugole di fan di ogni età; il loro stile davanti agli occhi di tutti. Tutto ciò che li riguarda è storia.

Secondo Hunter Davies, giornalista e autore dell’unica biografia autorizzata dei Beatles, Ringo era il componente dei Beatles a cui John Lennon si sentiva più vicino. In lui vedeva il normale uomo di strada, probabilmente quel vagabondo che Richard Starkey aveva sognato di diventare da bambino. Ma anche un simpatico compagno di avventure, dotato di buon senso e gentile. Finirono anche per diventare vicini di casa e tra di loro non ci fu mai alcuna rivalità.

Giorgia Lanciotti

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