
Il film di oggi di Road to Halloween è un pezzo da novanta, oltre che un vero e proprio cimelio storico: parliamo infatti di Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato.
La storia è elementare: una troupe di reporter si reca nella giungla più profonda per immortalare gli ancestrali riti di una tribù dedita al cannibalismo, che ben presto si ciberà anche di loro.
L’opera è unica nel suo genere poiché dà vita a un nuovo filone dell’horror, il cannibal movie, tuttavia all’epoca della sua uscita suscitò parecchio scandalo per via dei temi trattati e della loro rappresentazione. Il pubblico infatti rigettava la tematica del cannibalismo, ma soprattutto non riusciva a distinguere ciò che era vero da ciò che era finzione, complice anche il fatto che sul set vennero effettivamente uccisi degli animali.
Per lungo tempo quindi Cannibal Holocaust è stata considerata una pellicola proibita, in cui c’erano state vere uccisioni umane (per fortuna non è uno snuff); ma al contempo è stata una ventata d’aria fresca per il genere horror. Infatti l’opera di Deodato è stata d’ispirazione per registi come Eli Roth e soprattutto ha posto le basi per la nascita di un sottogenere successivo, il torture porn.
Ciononostante il film continua a scioccare gli spettatori novizi e a inorridire i veterani dell’horror, come solo le grandi opere sanno fare. Ruggero Deodato con estrema efficacia si è fatto un nome nel mondo del cinema e una precisa identità. Come altri prima di lui ha mostrato un’altra faccia dell’Italia, la più terrificante e crudele, facendo comunque in modo che ancora una volta il cinema nostrano guidasse i posteri e insegnasse a fare le cose con maestria.
Chiara Cozzi
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Ph: anonimacinefili.it