E alla fine giungemmo al termine: ebbene sì, oggi 31 ottobre si conclude il nostro appuntamento giornaliero con il cinema horror di Road to Halloween. E in questo giorno così speciale non potevo non parlare proprio di lui, il cult del 1978 di John Carpenter che ha dato vita al mito di Michael Myers. Sto parlando, ovviamente, di Halloween.

Questo film ha anche lanciato la carriera di Jamie Lee Curtis, una delle prime final girl (nonché scream queen) della storia del cinema, nei panni di Laurie Strode, sorella minore di Michael, unica sopravvissuta alla sua furia omicida da bambino. Proprio perché non è riuscito a ucciderla, il pensiero di farla fuori diventa ben presto per il fenomenale assassino un’ossessione.

John Carpenter non analizza a fondo la psiche di Michael Myers: sappiamo semplicemente che è scappato da un ospedale psichiatrico e che ha una forza sovrumana, infatti sconfiggerlo è pressoché impossibile (e questa è una delle caratteristiche che più hanno affascinato i fan del film).

A dare una giustificazione alla follia omicida di Michael ci penserà molti anni dopo Rob Zombie, che con i suoi due personalissimi Halloween sceglie di mostrare che il Male ha sempre una ragione, un motivo per verificarsi. Il primo film è infatti una rilettura dell’originale di Carpenter, in quanto molto più concentrato sull’infanzia di Michael e sul motivo per cui è arrivato a sterminare la propria famiglia.

Halloween, come tutte le saghe horror che si rispettino, ha dato vita a sequel, riletture e reboot della storia originale il cui successo continua a sbancare al box office.

Chiara Cozzi

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Ph: frammentidicinema.com