L’amore che move il sole e l’altre stelle. Così finisce la “Divina Commedia” di Dante Alighieri, così si muove il mondo, così inizia la vita. Nell’ancestrale corsa alla morte e l’amore a condurre le redini dell’esistenza. Roberto Benigni ne è tenacemente convinto e al Bari Internarional Film Festival ne ha dato ulteriore prova.
L’attore e regista rinnova la devozione a Nicoletta Braschi
Il ritorno in auge di Roberto Benigni, caraterrizato da una carriera continuamente schiva, rara, sibillina, è stato sancito dal ritorno al cinema attraverso il “Pinocchio” di Matteo Garrone. Ruolo quello di Geppetto a lui congeniale e congegnato tanto che pare essergli cucito addosso. Non hanno meno influito di certo i riconoscimenti per la sopradetta interpretazione e la partecipazione nazionalpopolare al nazionalpopolare festival di Sanremo. L’ultima dimostrazione di una ennesima volontà di ritorno è stata al Bifest, durante il quale l’attore toscano harivelato i suoi progetti sul grande schermo.
Roberto Benigni, chi lo venera e chi addirittura lo disprezza. Chi inneggia al vecchio e chi adora il nuovo. Oggettivo, però, il suo enorme passato.
Al Bari International Film Festival racconta aneddoti e ricorda glorie del passato, dalla sfiorata collaborazione con Francis Ford Coppola, al’incontro con Robin Williams. Rinnova, soprattutto, l’amore sconfinato e incondizionato per la moglie Nicoletta Braschi, luce intensa della sua esistenza, con la quale desidererebbe tornare a lavorare in veste di regista. L’idea c’è, ed è una nuova commedia. E’ dal 2005, da “La tigre e la neve” che l’attore dantesco non si avvicenda nei meandri di un progetto tutto personale.
L’ironia di Roberto Benigni manca molto questo è innegabile. Manca questo approccio al cinema allo stesso tempo poetico e comico. Manca l’invenzione di personaggi ormai nel novero del grande cinema. Dopo 15 anni, forse, il momento, è arrivato.
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