Abbiamo visto Robin Hood in tutte le salse. In bianco e nero e a colori, in film, cartoni e serie televisive. In modo drammatico e spiritoso. Nel film del 2010 Ridley Scott esplora un Robin Hood ancora inedito, maturo ma in gran forma, interpretato da Russell Crowe.
Presentata alla sessantatreesima edizione del Festival del cinema di Cannes, questa pellicola vanta un cast di tutto rispetto. Max von Sydow è Sir Walter Locksley, Cate Blanchett è Lady Marian. Mark Strong e Oscar Isaacs sono i villains di turno, Matthew Macfadyen è un viscido Sceriffo di Nottingham non ancora al massimo del suo ruolo da antagonista. Mark Eddy, Kevin Durand, Scott Grimes e Alan Doyle compongono il gruppo di amici e compagni d’armi di Hood. E ancora compaiono la pluripremiata Eileen Atkins e la bellissima Léa Seydoux. Infine, un già citato Russell Crowe che, per rispondere alle critiche che lo vedevano “troppo vecchio e poco agile” per interpretare questo ruolo, ha studiato per quasi un anno e preso lezioni di tiro con l’arco. Giunto il momento delle riprese si era calato talmente nel suo personaggio che arrivava realmente a centrare il bersaglio da quarantacinque metri con arco e freccia.
Il Robin prima dell’Hood
Dalla sua trasposizione preferita, il Robin Hood – Un uomo in calzamaglia del collega Mel Brooks, Scott attinge l’ispirazione per trattare questa figura storica. Non in modo ironico e scanzonato, ma prende piuttosto di quel Robin Hood la componente umana. In tutti i prodotti che ci hanno mostrato questa figura leggendaria, lui era sempre avvolto in un’aura di epica gloria, di eroicità leggendaria. Le sue sono sempre state gesta fin dal principio. In questa versione c’è da aspettarsi un protagonista più umano, più sporco, più disincantato. Il Robin di Crowe è mosso dapprima dalla stanchezza di combattere battaglie in modo che non approva, poi dal senso del dovere, poi ancora dal volersi arricchire, e solo infine arriverà a comportarsi come l’Hood che tutti noi conosciamo. Il suo arco di trasformazione lo porta ad essere da un qualsiasi arciere dell’esercito di Riccardo Cuor di Leone all’eroe delle leggende.
Qui ruberà solo una volta ai ricchi per dare ai poveri. Purtroppo, la scena in questione non trova abbastanza spazio in un film che sembra lasciare la storia del protagonista in secondo piano, in favore della voglia di trasmettere un messaggio che possa viaggiare attraverso la pellicola. Il solito messaggio trito e ritrito dell’opporsi al potente malvagio, che qui viene trattato in modo fin troppo superficiale per poter affermare che il film abbia una morale di fondo ben riuscita.
Una biografia per Robin
Quando si vuole giocare con la Storia c’è sempre il rischio di farsi male. E qui galeotta fu la volontà di inventarsi una biografia verosimile per il protagonista e lasciare un messaggio morale riconducibile a fatti storici. Non si prova che un po’ di spaesamento nel vedere re Riccardo morire durante un assedio in Francia, così come la Magna Carta redatta dal padre di Robin Hood e successivamente proposta ai nobili da lui. Anche una Lady Marian che indossa l’armatura e va in guerra sembra più una scelta dettata dal voler inserire una figura femminile forte, che in ogni caso aveva già dato prova di essere tale senza dover scendere in battaglia. Ridley Scott, nel tentativo di dare una profondità biografica a Robin Hood, finisce per inserirlo in vicende storiche discrepanti rischiando la disapprovazione dei più scrupolosi.
Tuttavia c’è da dire che il regista trova il modo di farsi perdonare. Il film scorre bene nelle sue due ore e mezza di durata. Lo spettatore, seppur non accontentato per quanto riguarda la trama, può trovare quelle sequenze di battaglie e assedi che ci si aspetta in film del genere. E Scott lo fa magistralmente, in particolare con la scena iniziale che incolla lo sguardo all’azione. L’ambientazione è molto più verosimile rispetto ad altre pellicole sull’argomento, mostra uno scorcio reale di medioevo in cui le Lady vestivano di marrone come le donne del villaggio e spade e cavalli erano simbolo di ricchezza. In conclusione, questo Robin Hood di Ridley Scott tratta dell’uomo prima della leggenda. Il film si fa guardare molto volentieri e rientra nelle valide interpretazioni di questo misterioso eroe popolare.
Continua a seguirci su Metropolitan Magazine e resta in contatto con noi su Facebook, Instagram e Twitter!
Articolo a cura di Eleonora Chionni