Robin Williams, il capitano dell’attimo fuggente

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Di Redazione Metropolitan

Arrivato nelle nostre vite come un alieno, Robin Williams ha finito per toccare ogni singolo elemento dello spirito umano. Ci piace ricordarlo così, con le parole che l’allora presidente Barack Obama dedicò a questo attore geniale nel giorno della sua morte avvenuta l’11 Agosto del 2014.  Era nato a Chicago nel 1951 Robin Williams, il 21 Luglio, in una famiglia benestante che poco dopo poco si trasferì in California. Li l’attore alternò gli studi convenzionali, si iscrisse alla facoltà di Scienze Politiche, a quelli di recitazione. Sentendo inizialmente una particolare predilezione per il teatro, si trasferì a NY dove studiò nella più prestigiosa accademia di arte drammatica, per poi tornare in California, a San Francisco,da dove iniziò la sua carriera.

Robin William il cui ricordo ci strappa sempre un sorriso, interpretò in realtà più ruoli drammatici che comici. È Mork l’alieno, è Braccio di ferro, è il dj di Good Morning Vietnam, che gli valse la prima candidatura all’Oscar; è Mrs Doubtfire, è lo scienziato di Risvegli, è Capitan Uncino, è quel genio ribelle che gli permetterà di stringere l’Oscar tra le mani. Ma non è l’ambito premio che gli farà acquistare più valore di quanto già non avesse, perché Robin Williams, eclettico, versatile, geniale, era già quello che rimarrà sempre per tutti: il professor John Keating dell’Attimo Fuggente.

Robin Williams e i suoi personaggi-fonte web
Robin Williams e i suoi personaggi-fonte web

L’attimo fuggente

Uscito nel 1989 il film del regista Peter Weir è diventato il simbolo di una generazione, di un’epoca. È la storia di un insegnante di letteratura atipico per il suo tempo, originale nel suo approccio didattico, siamo nel 1959,  che si ritrova catapultato nella realtà di un collegio maschile del Wermont, prestigioso quanto conservatore. Il prof Keating conquista i suoi studenti già alla prima lezione, quando mostrandogli le foto di vecchie classi, entra subito nel carpe diem oraziano invitandoli a vivere la vita quando è il momento.

È l’insegnate che ascolta i loro pensieri, che cerca di tirar fuori da ognuno il proprio talento, che li esorta a seguire le loro inclinazioni e i loro desideri. È quella figura importante che li aiuterà a trovare un’identità, un posto nel mondo. Nonostante sia un adulto, sta dalla loro parte, diventa il loro capitano, e forti di questo, i ragazzi fonderanno, come lui fece un tempo, la setta dei poeti estinti, che rimane ancora oggi,in tutto il mondo, il titolo originale del film. Keating insegnerà ai suoi ragazzi un pensiero speciale, un pensiero di rottura rispetto alle convenzioni del tempo, un pensiero indipendente. Attraverso la letteratura, l’arte, la poesia, gli spalancherà le porte di un mondo nuovo dove ognuno scoprirà se stesso, dove ognuno a suo modo troverà la strada per crescere.

Robin William-una scena del film L'attimo fuggente-fonte web
Robin William-una scena del film L’attimo fuggente-fonte web

L’importanza della letteratura e della poesia

La letteratura è diversa dalla storia della letteratura, dall’analisi testuale, la letteratura vera è fatta del respiro di chi scrive, e attraverso quel respiro anche noi respiriamo, comprendiamo meglio chi siamo: il presente, il passato, l’adesso che vogliamo vivere per arrivare al futuro, se ci sarà. La letteratura ci salva dalla vita spesso, ci insegna che anche se ci sono cose che non sappiamo dire, qualcun altro è riuscito ad esprimerle per noi, a capirle, a trasmettercele. Ci insegna il pensiero critico, la libertà, il giudizio, ci insegna ad essere quello che siamo; ci insegna la vita raccontandoci la morte quando è necessario.

Solo la letteratura può dare la sensazione di contatto con un’altra mente umana, con l’integralità di tale mente, le sue debolezze e le sue grandezze, i suoi limiti, le sue meschinità, le sue idee fisse, le sue convinzioni; con tutto ciò che la turba, la interessa, la eccita o le ripugna.
(Michel Houellebecq)

Le parole sono bellezza, immagini che creano pensiero, sogno, desiderio,coraggio, anche quando tutto viene fuori dal dolore. Ci insegna che tutti viviamo la stessa vita, gli stessi sentimenti, la stessa morte, pur essendo tutti unici, anche se le strade per arrivarci sono diverse per ognuno. Keating attraverso poesia e letteratuta insegna la libertà, quella che oggi nelle scuole forse nessuno pensa più di insegnare. Si fa fatica ad istruire, e si cerca di indottrinare. Keating è il professore che pochi di noi forse hanno avuto, ma che tutti dovrebbero incontrare, ed è per questo che diventa il Capitano, O mio capitano di Whitman nella scena simbolo del film. La scena di chiusura.

O Capitano, mio Capitano-scena finale del film-fonte web
O Capitano, mio Capitano-scena finale del film-fonte web

O Capitano! Mio Capitano

Walt Whitman è il poeta simbolo del film, ed è il poeta simbolo della libertà negli Stati Uniti. Libertà che espresse anche nel suo modo di scrivere, comporre quei versi che per la prima volta furono “liberi”. È il cantore della democrazia americana, dell’amore, dello spirito ma anche del corpo, cosa che non mancò di scandalizzare l’America più puritana. Con il suo linguaggio anch’esso innovativo, si fece portavoce dei sentimenti dell’uomo comune e dell’intera nazione. O Capitano Mio Capitano, come recitano i ragazzi salendo sui banchi per guardare il mondo da un’altra prospettiva, proprio come il loro capitano gli aveva insegnato, fu composta da Whitman dopo l’assassinio del presidente Lincoln nel 1865, solo cinque giorni dopo la fine della guerra civile. Celebra la libertà, la fine della schiavitù e l’integrità della nazione per merito di quel presidente che qui il poeta piange.

Robin Williams-ritratto-fonte web
Robin Williams-ritratto-fonte web

“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, in profondità, succhiando tutto il midollo della vita, […] per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.”

Ci piace pensare che come come il prof Keating anche Williams abbia vissuto così, intensamente, succhiando tutto il midollo della vita, e che abbia deciso di andarsene perché sapeva che a breve quella vita non gli sarebbe più appartenuta. Robin Williams è morto suicida dopo che gli era stata diagnosticata una malattia neurodegenerativa. Nonostante la sua presenza sia viva e vibrante, ha lasciato nel mondo di quell’arte che tanto amava, un posto rimasto ancora vuoto, desolato, insostituibile.

Cristina Di Maggio

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