Rock Memories è un modo di ricordare artisti di oggi e di ieri legati alla mia vita, una vita che ha una sola passione: quella per la musica ed il rock in particolare, strizzando un occhio ai vinili che fanno parte della mia collezione.
Condividere periodicamente con voi i miei ricordi sarà come creare insieme una colonna sonora: ognuno di noi ha giorni felici e meno felici che la musica, come per magia, può riportare alla mente e suscitare #emozioni evocare #volti e farci #sognare “
Pasquale Colosimo
Un’altra mia grande passione è la fotografia.
Ho sempre scattato foto: a scuola, con gli amici, per strada. Insomma ovunque.
L’estate scorsa, per esempio, mi sono ritrovato con tutti i vecchi amici dell’oratorio sul lungomare di Cropani, in Calabria (un mare meraviglioso che vi invito caldamente ad andare a visitare) e con me ho portato un po’ di foto di repertorio, scattate al mio 18 compleanno e ad altre feste o gite… quante risate ci siamo fatti rivedendoci giovani e come siamo diventati adesso!
La fotografia è magia.
La fotografia ti riporta indietro nel tempo, ti ricorda persone, momenti e riesce a volte a rievocare profumi. Proprio come la musica!
Ecco perché ho lottato tanto per poter collegare le due cose!
I miei amici mi dicevano sempre che dovevo fare qualcosa, un corso una specializzazione, perché la fotografia era parte di me dicevano.
Alla fine mi sono deciso, ho dato loro ascolto e mi sono trasferito a Roma per frequentare lo I.E.D. l’Istituto di Design Europeo con sedi un po’ in tutta Italia.
Un corso di un anno con compagni meravigliosi e docenti straordinari, è stato fantastico.
Spronato anche dai miei professori, andavo in giro per locali a fotografare gli artisti sul palco, pub, feste di paese, sagre ecc…, e a volte capitavano personaggi, magari più famosi del gruppetto amatoriale di turno, e mi divertivo ogni volta sempre di più.
Durante quell’anno di corso a Roma, mentre mi davo da fare nei piccoli locali, scrivevo e scrivevo e scrivevo a riviste ad agenzie, a webzine per proporre le mie foto. Alcune rispondevano, altre no, ma io non mollavo!
Un giorno, tramite facebook, mi arriva una richiesta d’amicizia un certo Giancarlo Susanna, vedo la sua pagina e c’era tanta musica il nome mi diceva qualcosa e infatti era, perché purtroppo ci ha lasciati il 25 aprile scorso, un giornalista scrittore e critico musicale, collaboratore di riviste specializzate come Mucchio Selvaggio, Rockstar, Chitarre, Rockerilla
Dopo qualche amabile scambio di idee su FB, mi invitò a casa sua.
Appena entrai a casa sua rimasi per qualche minuto a bocca aperta: scaffali, mensole, mobili piene di vinili libri foto con personaggi famosi e autografate insomma per me quello era il paradiso!
Chiacchierammo l’intera giornata e, tra un caffè e l’altro, mi disse che nelle mie foto c’era qualcosa e di non mollare.
Parlammo dei concerti in arrivo durante quella estate del 2012 e i THE CURE suonavano a Roma per il “summer tour2012” al Rock in Roma. (ricordate? Ve ne ho già parlato nel mio rockmemories#13 di fine settembre scorso)
Gli dissi che per me era un sogno fotografare proprio loro, i miei idoli e il grande Robert Smith, e lui mi disse di continuare ad insistere e scrivere a qualche rivista che magari qualcuno, prima o poi, avrebbe risposto. Prima di congedarmi, mi regalò anche un vinile di Luigi Tenco che conservo con tanta cura.
Ci salutammo con un grande abbraccio e io, con il disco sottobraccio, andai via con la promessa che sarei andato di nuovo a trovarlo…
Si avvicinava la data del concerto.
Io lavoravo, ma tra affitto e spese non ero ancora riuscito a comprare il biglietto per andarli a vedere e stavo impazzendo. l’ansia era tanta quando una sera mi arriva una telefonata. Era sempre lui, Giancarlo Susanna, che mi fece una domanda che mi lasciò di sasso: “Vuoi andare a fotografare i THE CURE?”
Io volevo strillare un si fortissimo ma ero bloccato, le mie coinquiline mi guardavano spaventate perché ero sbiancato. Dopo un po’ riuscii a rispondere con un “ti posso chiamare tra un minuto?”.
Posai il cellulare e andai di corsa sotto la doccia. Le mie amiche intanto preoccupatissime dietro la porta, mi tempestavano di domande per sapere qualcosa. Alla fine, quando riuscii a riprendermi, gli raccontai tutto e loro condivisero con me quella grandissima emozione.
Telefonai subito dopo a Giancarlo e gli risposi ovviamente di si e così ebbi il pass per il concerto.
Il mio primo pass foto!
Che oggi è incorniciato a casa.
Quello era il tour per i 20 anni di WISH album, appunto, pubblicato nell’aprile del 1992 il nono album del gruppo, è il secondo album dei The Cure a raggiungere la top 10 dell’Hit parade ufficiale italiana (7º posto), collocandosi al 43º posto fra gli album più venduti complessivamente nel 1992. Non vi nascondo che è uno dei miei preferiti dopo seventeen seconds, e contiene una traccia meravigliosa che è “From the Edge of the Deep Green Sea” che io adoro!
Fu un concerto meraviglioso in apertura ci furono: Paolo Benvegnù, the Cranes e Crystal Castels.
E io per la prima volta, sottopalco, con la mia piccola macchinetta a fare foto. Fu fantastico!
Portai con me il 45 giri Lullaby che riuscii a farmi autografare dal mitico SIMON GALLUP il bassista.
Wish un album fantastico, dalle atmosfere mixate, dove è possibile trovare sia tracce pregne della tipica malinconia che ha caratterizzato il lavoro dei The Cure, più propriamente l’ultimo album in studio Disintegration, quali Apart, To wish impossible things e A letter to Elise, ma anche canzoni decisamente più allegre e spensierate, come Doing the unstuck e Friday I’m in Love, che diventerà una delle canzoni più conosciute dal grande pubblico di tutta la carriera dei The Cure.
Per la cronaca: il 45 giri è incorniciato insieme al pass foto.
Il giorno dopo scrissi subito a Giancarlo raccontandogli tutto il concerto. Lui mi fece i complimenti. Ci siamo scritti altre centinaia di volte: guardava le mie foto seguiva i miei progressi. Era contento per me e gli piacevano. Purtroppo non abbiamo più avuto modo di rivederci e lui, nella sua grande forza e umanità, non mi accennò mai della sua malattia. Quando il 25 aprile scorso appresi dai Social della sua scomparsa, è stato uno shock. Addio caro Giancarlo, non finirò mai di ringraziarti…
I The Cure li ho visti è fotografati ancora nel 2016, sempre qui a Roma. Li ho visti a Londra, come vi ho già raccontato nel luglio del 2018 per il loro 40 anniversario e…
Adesso nell’estate del 2019 si va a Firenze per il Firenze Rock. Sarà un altro concerto meraviglioso…
…ma questa è un’altra storia!
L’ARTISTA:
I The Cure sono un gruppo musicale post-punk inglese, i cui esordi risalgono al 1976, in piena esplosione new wave (in compagnia di gruppi come Siouxsie and the Banshees, Joy Division, Echo and the Bunnymen).
Ha raggiunto l’apice del successo tra la metà e la fine degli anni ottanta (soprattutto con i singoli Close to Me e Lullaby, tratti, rispettivamente, dai due album The Head on the Door del 1985 e Disintegration del 1989).
Robert Smith, il cantante, chitarrista, autore dei testi e compositore di quasi tutte le musiche, nonché fondatore del gruppo, è l’unico membro ad averne sempre fatto parte fin dagli esordi.
- Robert Smith: voce, chitarra, basso a sei corde, tastiere
- Simon Gallup: basso
- Porl Thompson: chitarra, tastiere
- Boris Williams: batteria, percussioni
- Perry Bamonte: chitarra, basso a sei corde, tastiere (oggi non più nel gruppo)
L’album:
- Open
- High
- Apart
- From the Edge of the Deep Green Sea
- Wendy Time
- Doing the Unstuck
- Friday I’m in Love
- Trust– 5:33
- A Letter to Elise
- Cut
- To Wish Impossible Things
- End