Roger Moore, il secondo grande Bond

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Di Redazione Metropolitan

Roger Moore moriva oggi, 23 maggio, nel 2017. Il sir londinese, nell’immaginario collettivo, rimarrà per sempre legato alla figura di James Bond, ereditandone lo smoking da Sean Connery. Fu l’attore più longevo a interpretare l’agente segreto 007, vestendone i panni per ben dodici anni. Oggi, per ricordarlo nel giorno della sua scomparsa, ne celebriamo la carriera.

Roger Moore prima di 007

Nato a Londra il 14 ottobre 1927, arruolatosi negli anni Quaranta, per un certo periodo è in Germania Ovest, durante gli anni del protettorato triumviro della BRD. In seguito, tornato in patria, inizia a dedicarsi al teatro, per poi passare definitivamente sul grande schermo alla fine della decade. Negli anni Cinquanta, dopo tiepidi successi al cinema, è scritturato come protagonista nella serie televisiva “Ivanhoe” (1958), tratta dall’omonimo romanzo di sir Walter Scott. Il piccolo schermo diviene la sua nuova casa, tanto da divenire uno dei volti più riconoscibili del panorama inglese in quel periodo, sino al trionfo di “Attenti a quei due” (1971), recitata a fianco di Tony Curtis. Con quel ruolo, Moore si consacra definitivamente, ricevendo l’ambita convocazione per interpretare James Bond.

Roger Moore
Photo credit: WEB

“Bond. James Bond”

Già da dieci anni, al cinema proliferavano le pellicole sul personaggio creato da Ian Fleming nel 1953. Ciascuna di esse, come indiscusso interprete aveva visto Sean Connery, pertanto, quando si tentò di sostituirlo con George Lazenby, il pubblico rigetto l’esperimento della casa di produzione EON. Giunto al canto del cigno nei panni dell’agente segreto, Connery cedette la parte proprio a Roger Moore. Era il 1973 e imporre un nuovo volto per James Bond al pubblico generalista sarebbe stato difficile, ma, con qualche modifica al personaggio, il londinese riuscì a entrare nei cuori degli spettatori.

Roger Moore
Photo credit: WEB

Il primo film della saga cui prese parte fu “Agente 007 – Vivi e lascia morire” (1973), seguito da “Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro” (1974), “La spia che mi amava” (1977), “Moonraker – Operazione spazio” (1979), “Solo per i tuoi occhi” (1981), “Octopussy – Operazione piovra” (1983) e “007 – Bersaglio mobile” (1985). Rimasto nei panni di 007 per ben dodici anni, fu indubbiamente l’attore che maggiormente fu legato al personaggio di Fleming. Tuttavia, come vedremo nel prossimo paragrafo, ciò si rivelò anche un deterrente.

Roger Moore toglie lo smoking

Già da “Moonraker“, Roger Moore si era stancato di James Bond. Comprendeva che rimanere confinato a quel ruolo potesse precludergli una carriera in cui districarsi in più parti. Difatti, quando uscì il film non ufficiale “Mai dire mai” (1983), con un acclamato Sean Connery che rivestiva il ruolo dell’agente segreto, la carriera di Roger Moore subì un primo scossone, acuito da “007 – Bersaglio mobile“, bocciato dalla critica e dal pubblico.

Photo credit: WEB

Pertanto, se durante i suoi anni nei panni di James Bond, egli si trovò spesso in ruoli d’avventura, dopo lo scarso riscontro degli ultimi due film, Roger Moore finì sempre più in commedie disimpegnate. Dapprima, forse per via del suo humour all’inglese, egli fu entusiasta di interpretare personaggi comici; tuttavia, con gli anni, quelle parti si fecero sempre più inconsistenti e secondarie. Ciononostante, si distinse nel campo umanitario, principalmente come ambasciatore Unicef (dal 1990), e acceso animalista, ricevendo, inoltre, il prestigioso titolo di Sir dalla regina Elisabetta (nel 2003). Da tempo malato, si spense per un cancro nel 2017, a Crans-Montana, in Svizzera, dove il suo corpo è stato tumulato.

MANUEL DI MAGGIO

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