Roland Barthes, critico e giramondo

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Di Marianna Soru

Roland Barthes è stato un saggista, critico letterario, linguista. È difficile inquadrarlo in una sola occupazione. La sua formazione poliedrica l’ha reso un esperto in tantissimi campi, dalla letteratura, alla medicina. Sviluppa, sin dalla giovane età, la passione per la letteratura, la semiotica, la filosofia; tutti campi in cui eccelle. Infatti, i suoi studi gli hanno permesso di girare il mondo, per affinare le sue conoscenze.

Roland Barthes nasce a Cherbough, in Francia, il 12 novembre 1915. Purtroppo, la sua è una storia famigliare un po’ travagliata: il padre Louis muore quando lui ha solo un anno. Cresce dunque con la madre Henriette, che si risposa poco dopo. Il matrimonio, però, non è ben visto dalla nonna Noémie, che si allontana dalla famiglia. Nel 1924 lui e la madre si trasferiscono a Parigi, spostandosi più volte in poco tempo all’interno del VI Arrondissement. Comincia così la sua carriera conseguendo la licenza a indirizzo filosofico nel 1934 con il massimo dei voti.

Roland Barthes nel suo studio - PhotoCredit: © alfabeta2.it
Roland Barthes nel suo studio – PhotoCredit: © alfabeta2.it

Roland Barthes tra malattia e letteratura

Già subito dopo la maturità Barthes legge svariati autori, cominciando ad affezionarsi e appassionarsi a Marcel Proust, che resterà il suo preferito. Sempre nel 1934, a causa di una lesione a un polmone, si ammala: comincia così il suo iter medico in vari sanatori. Inizialmente decide di non farsi ricoverare, occupando il tempo della convalescenza nelle letture. L’anno successivo, una volta guarito, si iscrive in lettere classiche alla Sorbonne di Parigi, e comincia anche a viaggiare. Spinto dalla passione per il teatro antico, col gruppo studentesco da lui fondato (che ancora esiste), si reca prima in Ungheria, e poi in Grecia.

Si laurea nel 1939. Comincia così la carriera di professore, al liceo di Biarritz. A causa della guerra però, è costretto a tornare a Parigi. Lì, Roland Barthes continua a insegnare ma anche a studiare, conseguendo un ulteriore diploma in studi sulla tragedia greca. Purtroppo, nel 1942 ha una ricaduta di tubercolosi, che lo costringe a recarsi in sanatorio. Nonostante la malattia, tornato a Parigi consegue un’altra laurea in grammatica e filologia. Negli anni di malattia comincia la sua attività di critico: si avvicina dunque al pensiero esistenzialista e marxista. Tuttavia, non si riconoscerà mai in un solo movimento, ma apprenderà da qualsiasi corrente letteraria e culturale.

Roland Barthes negli ultimi anni – PhotoCredit: © anothermag.com

I viaggi e il pensiero critico

Nonostante la malattia, Roland Barthes non si ferma a Parigi. Dopo un periodo in un sanatorio svizzero, si reca a Bucarest per insegnare, dove resterà un anno. In seguito poi, accetta un posto di lettore all’Università di Alessandria d’Egitto. Nel 1953 esce Il grado zero della scrittura, una delle sue produzioni più famose. Continua a pubblicare nelle riviste scientifiche, e lavora nel CNRS come ricercatore in lessicologia. Si reca, nel 1960, a New York, dove è responsabile di ricerca in scienze economiche e sociali.

Nel 1966 invece compirà il primo dei tre viaggi in Giappone, grazie ai quali scriverà L’impero dei segni. In quegli anni, si avvicinerà al movimento filosofico dello strutturalismo. Nel 1974 invece, grazie a una delegazione, si reca in Cina. L’anno successive compie un viaggio in Tunisia. Nell’anno della sua morte esce La camera chiara, una riflessione sulla fotografia. Morirà poi a causa di un incidente a Parigi, il 26 marzo del 1980.

Nonostante la sua vita travagliata, tra i problemi di salute, e la sua omosessualità, Roland Barthes è riuscito a guadagnarsi la stima e l’affetto di chiunque incontrasse. Ci ha regalato un’ampissima produzione letteraria, che è frutto di una grande e attenta passione. La sua acutezza gli ha permesso di sorpassare gli approcci accademici tradizionali, regalandoci riflessioni innovative, che ancora oggi studiamo con ammirazione.

a cura di Marianna Soru

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