Roma, il rebus è quasi sciolto?

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Di Andrea Mari

Una partita alla fine del campionato della Roma. Una sola gara per decidere in che coppa, e con quali modalità, i giallorossi si cimenteranno. Sullo sfondo degli ultimi novanta minuti l’addio di De Rossi, la contestazione contro Pallotta ed il rebus allenatore.

La Roma è in subbuglio. Le nubi tempestose si sono ammassate sopra Trigoria durante tutto il corso della stagione: calciomercato giudicato sbagliato, addio di Monchi e Di Francesco, prestazioni negative e risultati inaccettabili, su tutti il 7-1 di Coppa Italia contro la Fiorentina. Il fulmine che ha scatenato la tormenta attuale è stato il mancato rinnovo contrattuale di Daniele De Rossi, capitano e simbolo dei capitolini: nella Capitale è sfociata una dura contestazione dei tifosi che si è espansa a macchia d’olio in ogni parte del mondo.

Lo slogan della rappresaglia? È facile: “Pallotta e Baldini andate via da Roma!” In questo marasma, i romani si giocheranno le residue (quasi nulle, ndr) chance di approdare in Champions League contro il Parma. In caso di vittoria e di incroci sfavorevoli, la Roma potrà ambire alla fase a gironi dell’Europa League dopo aver incassato il pass, poco ambito, dei preliminari della competizione europea minore.

Claudio Ranieri, in rotta di collisione totale con la società, terminerà il suo mandato da traghettatore proprio nella gara casalinga contro i ducali che hanno centrato la salvezza nell’ultimo turno di Serie A sconfiggendo 1-0 la Fiorentina di Montella. Sarà la gara del saluto a De Rossi, Ranieri e per molti altri. Sarà l’ultima gara di una stagione maledetta che Pallotta dovrà evitare di ripetere.

Se i capitolini verranno relegati nei preliminari di Europa League, i dirigenti dovranno accelerare la scelta del prossimo allenatore che prenderà l’eredità congiunta del duo Di Francesco-Ranieri. Il rebus, ormai, sembra sciogliersi lentamente ma inesorabilmente.

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Pallotta e Baldissoni (© Bartoletti)

Roma – Gasperini il più vicino?

Una finale di Coppa Italia persa contro la Lazio ed un probabile, storico, quarto posto in campionato che spalancherebbe incredibilmente le porte della Champions League all’Atalanta. La Roma potrebbe incarnare l’ultima possibilità del tecnico piemontese di guidare una grande formazione dopo la sfortunata (e corta) parentesi nell’Inter post Triplete. Pallotta deve ricostruire e Gasperini sembra l’uomo ideale: cultura del lavoro, adatto a guidare giovani promesse, in grado di rivitalizzare carriere (vedi Ilicic e Zapata) e di poche pretese sul calciomercato. Poca spesa ma tanta, tantissima resa. A Trigoria, ormai, è molto più di un pensiero.

Sarri: Italia o Premier League?

Un altro profilo molto gradito a Roma è quello di Maurizio Sarri, attuale mister del Chelsea. I rapporti del tecnico toscano con Abramovich sono ai minimi storici: nonostante la qualificazione alla prossima Champions League ed il raggiungimento della finale di Europa League nel derby londinese con l’Arsenal, il magnate russo non rinnoverà la fiducia all’ex Napoli che dovrebbe essere sostituito da Lampard, ex stella dei Blues.

Sarri è il mister, a livello di caratura, che più si avvicina a Conte, il sogno mai realizzato della dirigenza: esperto, conferisce un gioco accattivante alla squadra e di polso. L’esperienza in Inghilterra, poi, ha migliorato certamente l’internazionalità sul curriculum dell’allenatore. Su di lui, oltre la Roma, è piombato il Milan che potrebbe decidere di separarsi, in caso di mancata Europa dei grandi, da Gattuso. Le italiane devono stare attente al richiamo d’Albione: su Sarri si sono addensati gli interessi di club militanti in Premier League. Scelta intrigante ma non semplice da percorrere per concorrenza ed aspettative del tecnico. Assaggiato il caviale, difficilmente si torna al tonno in scatola.

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Sarri e Gasperini in un Napoli-Atalanta (Credit: Getty Images)

Gli altri nomi per la panchina

Gasperini e Sarri sono sicuramente i nomi più accreditati per la Roma. Nessun dubbio. Dietro a questa sorta di bipolarismo, altri profili serpeggiano nel sottobosco. I nomi sono davvero molti e sorprendono per la poca omogeneità: si parte con Allegri, pluricampione d’Italia con la Juventus per arrivare a Bielsa, Giampaolo e Gattuso. Non abbiamo dimentica la telenovela Antonio Conte: l’ex Chelsea sembra vicinissimo ai giallorossi prima di smentire categoricamente il suo approdo nella Capitale.

Il mister di Livorno, tra questi nomi, sembra il più irraggiungibile: abituato ormai ad un certo target, potrebbe cedere alle avance di un top club europeo oppure restare fermo per un anno dopo le svariate vittorie juventine. Marcelo Bielsa non rispecchia, per quanto il suo nome sia gradito, il profilo giusto per normalizzare un ambiente in tumulto mentre Giampaolo e Gattuso appaiono come le possibilità meno attraenti tra le seconde scelte.

Chi diventerà il prossimo allenatore della Roma? Questa domanda rappresenta una grande incognita da rivelare il prima possibile: la stagione comincerà insolitamente presto, a meno di clamorosi risvolti. Appare in vantaggio l’attuale tecnico dell’Atalanta, tallonato dall’ombra di Sarri. Dietro tutti gli altri. La parola definitiva, ovviamente, spetta a Pallotta (con l’avallo di Baldini) e a Petrachi, il nuovo DS che lavora nell’ombra attendendo il raggio di sole dell’ufficialità.

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