La Roma torna a lavorare a Trigoria dopo i due giorni di riposo concessi da mister Di Francesco con molte incognite da superare. Mentre l’impegno con il Chievo Verona incombe, Monchi analizza la situazione rinnovi.
Nessun dorma, soprattutto dopo un avvio di campionato balbettante. La Roma, in tre gare disputate in questo inizio di Serie A, ha incamerato quattro punti generando le perplessità di tutto l’ambiente. Dubbi che, puntualmente, si sono manifestati come la più terribile apparizione demoniaca al minuto novantacinque della gara del “Meazza” contro il Milan LEGGI LA CRONACA DI MILAN-ROMA). Patrick Cutrone, travestito da diavolo in anticipo rispetto a Halloween, ha spazzato via le fragili certezze che i giallorossi avevano incamerato dopo la vittoria in trasferta con il Torino (LEGGI LA CRONACA DI TORINO-ROMA) ed il pari casalingo tutto cuore e grinta contro l’Atalanta di Gasperini (LEGGI LA CRONACA DI ROMA-ATALANTA). In quanti, dopo la stesura del calendario, avrebbero immaginato di ritrovarsi con quattro punti dopo tre gare di campionato giocate? In molti, magari. Modalità diverse e prestazioni più brillanti avrebbero impreziosito il bottino racimolato dalla banda Di Francesco ma, analizzando l’avvio capitolino, era arduo chiedere qualcosa in più: ai giallorossi, infatti, manca soltanto il punto perso per strada nella gara di Milano. La prima di Torino, infatti, nascondeva moltissime insidie ma, nonostante le difficoltà, la Roma è riuscita a strappare in extremis la vittoria. La gara contro l’Atalanta ha mostrato tutte le fragilità psico-fisiche del club di Pallotta ma, grazie ad una rimonta orgogliosa, gli uomini in rosso sono riusciti a raccogliere un punticino. Poco, se pensiamo alle aspettative della vigilia. Il capoluogo lombardo ha alimentato i primi focolai di aspra critica: la sconfitta maturata al 95′, al netto di una prestazione incolore, ha spostato clamorosamente l’asticella dell’umore. Cinque punti potenziali contro i quattro attuali: minima differenza che potrebbe, però, generare un turbine pericoloso.
Processi preventivi oppure la piazza ha annusato il momento di difficoltà della Roma? Probabilmente, la verità risiede nel mezzo di queste due correnti ventose che, cozzando insieme, hanno generato un ciclone inatteso appena fuori i cancelli di Trigoria. Nella polveriera pronta ad esplodere, mister Di Francesco e Monchi tentano di pianificare il prossimo futuro dei giallorossi analizzando diverse situazioni che, per motivi differenti, dovranno essere risolte al meglio per creare un tiepido raggio di sole distensivo. Andiamo nel dettaglio….
MONCHI: PENSIERI DI RINNOVI CONTRATTUALI.
I riflettori del calciomercato che hanno monopolizzato la torrida estate capitolina, ormai, sono spenti ma il dirigente spagnolo continua a lavorare per migliorare il futuro dei giallorossi. Dopo le compravendite estive, infatti, a Trigoria è scattata la pianificazione dei rinnovi contrattuali dei calciatori già presenti nella rosa a disposizione dell’ex allenatore del Sassuolo. La scadenza più prossima porta un nome ed un cognome discretamente importante: Daniele De Rossi. Il capitano giallorosso, infatti, vede scadere il suo rapporto lavorativo con la Roma nel 2019 e Monchi, in virtù dell’ottimo avvio di campionato di “Capitan Presente“, potrebbe estendere il contratto del calciatore nato ad Ostia fino al 2020. “Giocherò finché il mio fisico me lo permetterà, non voglio fare figuracce in campo”. Le ultime dichiarazioni del numero sedici romanista non lasciano scampo a chiavi di lettura diverse: la stagione in corso si è aperta in modo eccezionale per il capitano romanista e le prestazioni positive potrebbero spingere il campione del mondo del 2006 ad accettare un ultimo prolungamento contrattuale con la Roma per terminare, in seguito, la carriera professionistica negli States.
Se le scadenze contrattuali del 2019 si sintetizzano soltanto in Daniele De Rossi, il 2020 è popolato da numerose (e spinose) situazioni da risolvere. La prima, in termine d’importanza, è generata da Edin Dzeko: la punta bosniaca, vicina alla cessione al Chelsea nello scorso mercato invernale, è un punto fermo dello scacchiere tecnico-tattico di mister Di Francesco e le buone prestazioni degli ultimi due anni hanno avvicinato il numero nove romanista al cuore pulsante della tifoseria capitolina. Le 107 presenze condite da 54 goal hanno contribuito alle buone prestazioni della Roma e la meravigliosa realizzazioni al “Grande Torino” ha acceso una spia nella console rinnovi di Monchi: l’ex Manchester City rinnoverebbe più che volentieri il suo matrimonio con la società di Pallotta ed il dirigente spagnolo è pronto a fidelizzare le prestazioni sportive del bosniaco per un ulteriore stagione nonostante l’importante esborso economico pattuito per Patrick Schick, giovane punta ceca relegata spesso in panchina dalle giocate mirabolanti del “Cigno di Sarajevo“. Grandi riflessioni sono generate dalla situazione di El Shaarawy: l’attaccante azzurro (scadenza 2020) non è una pedina fondamentale dei capitolini e le sue prestazioni altalenanti potrebbero inserirlo sul calciomercato. Sacrificabile solo al giusto prezzo, ovviamente: nelle ultime sessioni, infatti, non sono pervenute a Trigoria delle offerte vantaggiose ed il direttore sportivo ha congelato la cessione dell’italo-egiziano. Rinnovo possibile? Questa stagione, verosimilmente, decreterà il futuro dell’ex Milan all’ombra del Colosseo.
C’è una difesa in scadenza nel 2020: Fazio (fresco di rinnovo), Kolarov e Juan Jesus vedranno, infatti, scadere il contratto che attualmente li lega alla Roma proprio nel 2020. Troppe, almeno per adesso, le variabili da dover analizzare: età, offerte di mercato, prestazioni nel rettangolo verde di gioco e nuovi innesti giocheranno un ruolo fondamentale nella permanenza dei tre difensori di mister Di Francesco. Arriviamo al capitolo chiamato “Rinnovi strategici nonostante la scadenza lontana“. Anzi, lontanissima. Nel 2022 scadranno i contratti di Under, Pellegrini, Manolas, Schick e Karsdorp. Nomi importanti, spendibili per la Roma del futuro: tutti i calciatori citati nella riga di sopra, infatti, potrebbero divenire le solide basi dei giallorossi nel breve periodo. Rinnovare i contratti, incrementando lo stipendio attualmente percepito, potrebbe allontanare le mire dei top club europei: a parte il centrale greco, infatti, la giovane età ed il talento cristallino degli altri (fatto luccicare solo in parte) è un bene da dover preservare con le unghie e con i denti.
Intanto, il direttore sportivo spagnolo ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni alla rivista Sport Illustrated: “Il mio più grande obiettivo è costruire un modello economico che sia sostenibile e stabile. Siamo sulla buona strada, ma non significa che non venderemo nel futuro perché vendere non è un male, ma è una cosa normale se poi investi in strutture, allenatori e giocatori che fanno crescere il club”.
VERSO ROMA-CHIEVO: CAMBIO MODULO DEFINITIVO PER DI FRANCESCO?
Non solo rinnovi contrattuali da valutare. Nel balbettante avvio stagionale della Roma, un atavico dubbio si è preso prepotentemente le luci della ribalta generando più di un acceso dibattito: il modulo. Mister Di Francesco dovrebbe tornare al credo del 4-3-3 nella gara interna con il Chievo Verona abbandonando, quindi, i poco fortunati esperimenti varati con Atalanta e Milan. Oggi alle ore 15:00, la Roma si ritroverà a Trigoria per preparare la delicatissima gara interna con i clivensi: l’obiettivo dichiarato, quasi una necessità, è uscire dal lunch-match (ore 12:30) con l’intera posta in palio. Poco conta, in definitiva, il modulo con il quale i giallorossi si schiereranno dinnanzi ai veronesi: la Roma dovrà cogliere una vittoria (convincente) per allontanare le nubi temporalesche. Dopo l’impegno casalingo con il Chievo, i capitolini esordiranno in Champions League al “Bernabeu” contro i campioni in carica del Real Madrid: modulo o non modulo, non c’è tempo per piangere sul latte versato maldestramente nelle prime tre gare di Serie A…
ANDREA MARI
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