Roma: sequestro da 5 milioni contro la catena di bar-ristoranti Katané

Lunedì mattina sono stati sequestrati alcuni locali della catena di bar-ristoranti Katané, attività riconducibili a Gaetano V.

Dal Grande Fratello alla confisca

Solo pochi mesi fa, la nota catena di ristorazione aveva offerto ai partecipanti dello show televisivo una cena a base di specialità siciliane. Oggi, quegli stessi locali sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza durante un’operazione disposta dai giudici della sezione Misure di prevenzione del tribunale. La ragione di questo provvedimento è da ricondurre a nuove indagini aperte tra il 2018 e il 2019, le quali avrebbero evidenziato delle anomalie nelle attività aperte da ex dipendenti di Gaetano V. Gli investigatori del Gico hanno riscontrato un’incongruenza tra il valore dei beni in possesso e i redditi dichiarati; l’ammontare totale delle attività confiscate supera i 5 milioni di euro.

I locali sequestrati

Il sequestro ha coinvolto il Caffè Tiburtina, il bar pasticceria Katané in via Tiburtina, il locale al centro di piazzale Flaminio e altre due attività in via Volturno e viale delle Province. A questi si aggiungono la gelateria di via del Corso e altri due locali in via Catania e in via XX Settembre. Già nel 2017 erano stati confiscati il bar Mizzica di via Catanzaro e il locale di Piazza Acilia.

Cocaina e caffè

Sono iniziate nel 2017 le indagini, l’uomo, vicino al clan camorristico degli scissionisti di Secondigliano (Amato-Pagano), avrebbe ripulito e investito nella ristorazione romana i proventi illeciti del narcotraffico di Napoli. A V. erano stati confiscati beni del valore complessivo di 9 milioni di euro.

Gli inquirenti però sapevano che non sarebbe finita lì: hanno deciso di proseguire le indagini sulle attività dei suoi ex dipendenti e, dopo una seconda tranche di accertamenti, si è oggi giunti a nuovi provvedimenti. Seguono aggiornamenti con l’indagine in corso.

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