Romanzo Quirinale: storia di un accordo irraggiungibile

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Di Redazione Metropolitan

Passano i giorni ma la situazione non cambia, anzi, peggiora. In Germania si suol dire che la terza volta sia quella buona, ma noi preferiamo farci aspettare. Quindi, con la nonchalance dei ritardatari, ci dirigiamo verso la terza votazione senza avere la più pallida idea di che candidato proporre per l’ambito posto di garante della costituzione. E così, al Quirinale, si delinea la trama della storia di un accordo che pare irraggiungibile. Questo “Romanzo Quirinale” possiede la caratteristica principale dei best sellers: tenere il lettore – in questo caso il popolo – sulle spine. Tuttavia, anziché aumentare il desiderio del cittadino di scoprire come si evolverà la storia, la politica italiana non fa altro che gettare tutti gli spettatori di questa bagarre politica nello sconforto.

Un accordo irraggiungibile per colpa dei grandi elettori

Prevista quindi per questa mattina la terza votazione, che richiede ancora l’alta maggioranza dei due terzi dei grandi elettori. Indiscrezioni ci informano che anche oggi, per la terza volta consecutiva, membri e delegati regionali voteranno scheda bianca. Questa è stata infatti l’indicazione dei segretari di partito. Quindi, zero aspettative anche per la terza giornata quirinalizia, che molto probabilmente produrrà l’ennesima fumata nera.

Ieri pomeriggio, Matteo Salvini, deputato della Lega, ha comunicato le tre proposte del centro-destra: Letizia Moratti, assessore al welfare della Regione Lombardia, Carlo Nordio, ex magistrato italiano, e Marcello Pera, politico e accademico italiano. Immediata e prevedibile la risposta del centro-sinistra e in particolare di Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, che nonostante abbia riconosciuto la qualità dei tre nomi, si è detto in disaccordo, proprio come M5s e LeU.

Lecito chiedersi come sarà possibile trovare un candidato che garantisca l’unità nazionale, se nemmeno i 1009 grandi elettori riescono a trovare un accordo. Appare ora tanto lontana la famosa frase di Pietro Nenni poco prima del referendum del 2 giugno volto alla scelta Monarchia e Repubblica. Disse egli: La repubblica o il caos? Diremmo invece oggi: Tutto questo caos non nuoce alla Repubblica?

Ci auguriamo quindi che questa situazione, ribattezzata “guerra delle rose”, non si protragga per trent’anni, come la sanguinosa lotta dinastica a cui fa riferimento tale soprannome.

Michela Foglia

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