Maria Elisabetta Casellati è stata la prima donna a sedere sullo scranno più alto di Palazzo Madama e ora il suo nome è fra quelli che potrebbero essere in lizza per il Colle: rappresenta un profilo istituzionale, proveniente dal centrodestra. Nata a Rovigo nel 1946, è un avvocato e ricopre la carica di presidente del Senato per la XVIII legislatura dal 24 marzo 2018.

Chi è Elisabetta Casellati

Casellati è da sempre nelle fila di Forza Italia. Ha aderito al partito dagli inizi, cioè dal 1994, ed è subito stata eletta parlamentare al Senato. Tranne che alle elezioni del 1996, è sempre stata riconfermata. È stata componente del collegio nazionale dei probiviri del partito e dirigente nazionale del dipartimento Sanità. Ha ricoperto anche la carica di vice dirigente nazionale dei dipartimenti di Forza Italia. Nel 2009, con la nascita del Popolo delle Libertà, vi ha aderito, per poi tornare in FI quando, nel 2013, si è conclusa l’esperienza del partito unico del centrodestra. A livello istituzionale, dal 2004 al 2006 è stata sottosegretaria alla Salute. Dal 2008 al 2011, invece, ha ricoperto la stessa carica al ministero della Giustizia, sempre con Silvio Berlusconi alla presidenza del Consiglio. Il 21 marzo 2013 è stata poi eletta nel Consiglio di Presidenza del Senato come segretario d’aula. La presidente del Senato è conosciuta anche per essere da sempre favorevole alla riapertura delle case chiuse, in quanto convinta sostenitrice del fallimento della legge Merlin. Diverse le sue battaglie in difesa dei diritti delle donne, dalle quote rosa e per l’approvazione della legge sullo stalking.

Il 24 marzo 2021 Casellati ha raggiunto il terzo anniversario come presidente del Senato, dopo anni complessi, in cui alle crisi politiche si è affiancata anche la pandemia da Covid-19. In occasione dei tre anni da presidente, un lungo applauso le è stato rivolto, da tutta l’aula: “Ricordo ancora l’emozione di quella giornata per una scelta che devo a voi tutti”, ha detto Casellati ricordando l’inizio del suo incarico. Poi la dedica a “tutte le donne che con la loro storia, esempio e coraggio hanno costruito l’Italia di oggi”. Pochi mesi dopo, a maggio, la presidente del Senato, è stata vittima di pesanti minacce. Come riferito dall’ufficio stampa di palazzo Madama, Casellati ha presentato denuncia per “una escalation di odio con una serie di lettere anonime e culminata ieri in pesanti minacce di morte sui social network”. In quell’occasione, tutto il mondo della politica ha espresso la sua solidarietà.

Un sacrificio preventivato: il centrodestra incassa l’atteso no dell’asse giallorosso alla terna di nomi che aveva proposto. E oggi è pronto a mettere sul tavolo la carta coperta. Coperta, certo non misteriosa: la figura su cui cercare una convergenza è, in primis, quella di Maria Elisabetta Casellati, la presidente del Senato che era stata appositamente tenuta fuori dall’elenco di candidati che Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani avevano ufficializzato a metà pomeriggio. Non a caso, dopo aver lanciato la triade — Pera, Moratti, Nordio — il leader della Lega si era soffermato sull’illustre assente: «Non c’è Casellati perché riteniamo che le cariche istituzionali debbano essere tenute fuori dalla discussione e abbiano in sé la dignità di essere una possibile scelta». Un altro papabile è lo stesso Tajani, ex presidente del Parlamento europeo: gli alleati, nel sottolineare il suo curriculum, ne hanno però sottolineato il limite di avere un profilo marcatamente politico. I leader della coalizione decideranno se proporre Casellati alle altre forze politiche stamattina, nel corso di un vertice che precederà la terza votazione. Dovranno valutare se sarà il caso di cercare un’ampia condivisione su un nome che, è il ragionamento di Salvini, dovrebbe essere accettabile proprio per la sua carica super partes. Anche se il Pd, nei giorni scorsi, aveva già espresso perplessità nei confronti di un profilo anch’esso ritenuto non equidistante. Ma il leader della Lega è tentato anche dall’ipotesi di forzare la mano, provando a portare a casa l’elezione di Casellati già alla quarta votazione, con il sostegno di Renzi o dei 5Stelle. Negli ultimi giorni di trattative — un po’ a sorpresa visto come s’erano lasciati i due a settembre 2019, era la fine del governo gialloverde — la sintonia tra Salvini e Conte non è passata inosservata. Entrambi finora hanno sbarrato la strada a Draghi per il Colle, con il presidente del M5S determinato ad andare fino in fondo su questa linea.

Anche se l’ideale per l’ex presidente del Consiglio — si racconta — è Elisabetta Belloni. Mentre il Mattarella-bis è una possibilità che il presidente considera interpretando gli umori di una parte del Movimento. «Conte non ha velleità da kingmaker e continuerà a lavorare a fari spenti», assicura un fedelissimo. La convinzione è che non aver mai fatto muro contro muro con il centrodestra, abbia portato finora dei risultati: il ritiro di Silvio Berlusconi prima, l’allontanarsi di Draghi poi.