Nello spazio di Letteralmente Donna una donna eccezionale troppo spesso dimenticata ma che con le sue idee e le sue opere ha segnato il movimento futurista ed affrontato la questione femminile. La donna in questione è Rosa Rosà è questa e la sua storia.
Al secolo Edith von Haynau, Rosa Rosà mosse i primi passi verso un movimento che segnerà il primo ventennio del 900′ come il futurismo dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. Con il marito al fronte la von Haynau dà libero sfogo al suo talento creativo e artistico. Un fatto che cambiò radicalmente la sua vita fu proprio l’avvicinarsi al movimento futurista, la collaborazione con la rivista L’Italia Futurista e l’approccio con la questione femminile.
Un fatto già affrontato dal futurismo con Manifesto della donna futurista del 1912 e il Manifesto futurista della lussuria del 1913 di Valentine de Saint-Point. In essi si parla del superamento della dicotomia uomo e donna perchè l’umanità è composta da elementi maschili e femminili e della lussuria come forma eterna di liberazione di forze ed energia. Teorie che poi saranno adottate dalla von Haynau per i suori scritti senza però perdere il suo pensiero originale.
Rosa Rosà e la donne del posdomani
Edith von Haynau iniziò ad usare lo pseudonimo Rosa Rosà, ispirato ad una cittadina in provincia di Vicenza, per firmare gli articoli scritti per l’Italia Futurista. In particolare su questo giornale nacque nel 1917 un gran dibattito sulla questione femminile a cui la Rosà partecipò con una serie di articoli come ad esempio “Le donne del posdomani”. In essi innanzitutto la Rosà, come già la Saint Point, parla di una divisione uomo-donna da superare nel nome della libertà individuale. Questo anche perchè le donne con la guerra stanno cambiando e stanno assumendo posizioni che prima sembravano spettare solo all’uomo.
L’originalità dei testi della Rosà si evince ancor di più quando descrive il temperamento materno della donne. Scrive infatti nei sui articoli che, come si legge su Fillide, “i temperamenti veramente tipicamente materni non posseggono oggi quel grado di libera personalità che li rende coscienti del proprio io forte e oggettivo che esiste staccato dalla comunanza con gli altri, destinato a percorrere le metamorfosi della vita principiando e terminando in se stesso. […] Donne del posdomani, saprete voi affrancarvi dalla maternità mentale per essere le amiche vere dei vostri figlioli? […] “. Proprio da questa domanda parte la visione anticonservatrice della Rosà che reclama per la donna non solo istinti materni ma anche autonomia e razionalità. Elementi questi ultimi all’epoca associati solo agli uomini.
Una donna con tre anime
Rosa Rosà ha proseguito il dibattito sulla questione femminile nei suoi romanzi tra cui il più noto è “Una donna con tre anime”. Si tratta di un romanzo visionario che ha come protagonista una donna la cui vita monotona e ripetitiva sarà sconvolta da tre anime che la possiederanno a causa di un esperimento elettromagnetico. La prima anima farà conoscere alla protagonista la seduzione trasformandola da casalinga consumata a donna attraente. La seconda invece la trasformerà in una donna energica, autonoma e risoluta che saprà parlare alle folle.
La terza invece non si manifesta come trasformazione fisica ma solo nella scrittura che la protagonista inizia a praticare raggiungendo la liberazione, come scrive la stessa Rosà, dal “carcere esasperante fatto dalle braccia materne della natura”. Questa anima sarà per Rosa Rosà quella della donna del futuro quando avverrà il superamento della sensibilità materiale e la totale liberazione del corpo femminile. Un pensiero forte che fa di quest’opera, come ha detto Lucia Re, “uno dei più importanti testi narrativi scritti da una donna futurista”. Un romanzo di protofantascienza che ha segnato il primo passo verso un percorso importante compiuto dalle future scrittrici femministe di fantascienza attraverso un genere da loro completamente rivoluzionato.
Stefano Delle Cave
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