Rossana Schiavina, professoressa di lettere, si sposò nel 1949 con Mario Verdone. Dal loro matrimonio nacquero Carlo (1950), Luca (1953) e Silvia (1958). Scomparsa prematuramente nel 1984, il comico romano ha parlato di lei e del padre nella sua autobiografia La casa sopra i portici. In particolare, Carlo ricorda come la madre sia stata determinante per la sua carriera.
Rossana Schiavina, una madre amorevole e spiritosa
In un post Facebook Carlo ha ricordato con affetto il suo esordio al Teatro Alberichino di Roma. All’epoca era un ragazzo molto timido ed emotivo, aveva difficoltà a stare sul palco e temeva il giudizio altrui. Per paura aveva deciso di non entrare in scena e si finse malato, ma fu in quell’occasione che la madre riuscì a convincerlo a salire sul palco.
Ogni giorno dedico un pensiero a questa madre unica, amorevole, spiritosa, alla quale devo tutto. Il giorno del mio debutto al Teatro Alberichino di Roma non volevo presentarmi alla prima, avevo paura di essere inadeguato. Avevo paura di dimenticare le battute dei monologhi, ero convinto di non avere il talento necessario per stare su un palcoscenico con i critici davanti.
Alle 18:00 entrai in camera di mia madre e le dissi: “Aiutami. Dobbiamo telefonare al teatro e dire che ho la febbre alta. Vado a fare una figuraccia”. Mia madre si alzò dalla scrivania, mi prese per il collo e mi spinse fino alla porta di casa. Aprì e mi diede un calcio nel sedere buttandomi fuori. Mi lanciò il giubbotto sulle scale e mi disse: “Piantala di fare il cacasotto! Vai subito al teatro, fregnone! Un giorno mi ringrazierai!” E lasciandomi come un disperato fuori dalle scale mi chiuse la porta in faccia. E così, come un condannato a morte, scesi le scale e andai con la testa bassa e tanta ansia in quel teatro che mi cambiò la vita. Ancora oggi penso a quella scena, e ancora oggi ripenso alla certezza che aveva quella donna che voleva solo il mio bene.
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