Sono molti i motivi per cui potremmo definire il duo norvegese dei Röyksopp iconico. Se è consentito sindacare sul fatto che possano piacere o meno, di certo non si può negare che abbiano saputo prendere il meglio dell’ambiente da cui hanno iniziato a fare musica. Sono stati, infatti, abili creatori di atmosfere indimenticabili già quando hanno pubblicato il secondo album, “The Understanding“, il 4 Luglio 2005.

“The Understanding” consacra i Röyksopp

Quando nel 2001 è uscito “Melody A.M.“, il disco di debutto del duo norvegese composto da Torbjørn Brundtland e Svein Berge e la popolarità del loro progetto si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo, il fatto che i due amici potessero rimanere a galla in un ambiente tanto ricco di nomi già prestigiosi era più una speranza che un fatto plausibile. Ma i quattro anni trascorsi tra il debut album e “The Understanding“, in cui il duo si è dedicato ai remix, hanno evidentemente plasmato la direzione artistica che ha dato poi vita a questo secondo album, portando i Röyksopp nell’olimpo dell’elettronica.

Salutato in parte l’ambient che ha fatto impazzire mezzo mondo al loro debutto, il duo si butta su sonorità tendenti al pop ma in un modo squisitamente nordico, mantenendo sempre riconoscibile la loro impronta anche giocando tra singoli ballabili ed altri da viaggio solitario in notturna. Dopo un ingresso “Triumphant” di nome e di fatto e una travolgente “Only This Moment” ci sono le percussione esotiche di “49 Percent” a cui presta voce Chelonis R. Ma nemmeno Brundtland e Berge si risparmiano dal far sentire la propria voce, abbassando i connotati dance delle parti precedenti con “Beautiful Day Without You“.

Proprio le voci che accompagnano alcuni dei pezzi sono un punto forte di questo album. Indelebile è “What Else Is There“, un singolo che da solo ha raggiunto un successo planetario. Colpiscono al cuore le atmosfere fredde, buie e malinconiche a cui la meravigliosa voce di Karin Dreijer (in arte Fever Ray, altra esponente di punta dell’elettronica scandinava) dona un’aura fragile e regale allo stesso tempo.

Subito dopo con “Circuit Breaker” si rianima la velocità ritmica del disco, che prosegue con una “Alpha Male” completamente strumentale. Da “Someone Like Me” i suoni tornano in una dimensione più soft, come evidente nella lullaby “Dead To The World” per poi chiudere con “Tristesse Globale“, la drammatica chiusura da meno di un minuto e mezzo.

Vette e valli sonore

L’esperienza sonora dell’album dà l’impressione di fare una passeggiata in una montagna piena di discese e salite. L’ascoltatore si trova a quote diverse a distanza di pochi minuti, senza che ciò accada in modo brusco. La bravura del duo di Tromsø sta proprio nell’aver saputo proporre un viaggio eterogeneo e con un gusto pop. Questo, però, non ha fatto perdere loro le radici di producer di elettronica che li ha resi tanto noti e amati nell’ambiente elettronico scandinavo, al punto da sentirsi richiedere di pubblicare inediti e b-sides grazie al progetto “Lost Tapes“.


Francesca Staropoli

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