Gianluca Savoini, esponente della Lega e presidente dell’associazione ”Lombardia Russia”, non si arrende.
Già indagato per il suo sospetto coinvolgimento nel ”Russia Gate”. Ha provocato ulteriori sospetti sulla questione dei finanziamenti illegali nei riguardi della Lega dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Infatti, Savoini non avrebbe rinunciato all’attivazione del procedimento del ricorso, relativo ai sequestri attivati nei suoi confronti. L’avvocato Lara Pellegrini,starebbe preparando una ”memori” che verrà depositata nell’udienza di giovedì prossimo.
Gli altri indagati, assumono una posizione differente da Savoini
Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, invece non avrebbero deciso di attivare il procedimento di ricorso. Nei riguardi del Tribunale del Riesame. Il loro legale, l’avvocato Ersi, ha comunicato che i pubblici ministeri,in vista dell’udienza avrebbero depositato solamente il nastro al Metropol. Ciò, seguendo gli schematismi del Diritto Processuale Penale, non dovrebbe costituire alcuna ipotesi di responsabilità.
Su Salvini
Matteo Salvini, ex-ministro dell’Interno e segretario federale della Lega, avrebbe negato qualunque coinvolgimento sia con il ”Russia Gate” che con lo stesso Savoini. Ciò, ha lasciato sconcertato e allibito, il panorama politico nazionale, per via che Gianluca Savoini è anch’egli un esponente del partito di estrema destra. Le tesi più favorevoli alla colpevolezza, sia di Salvini che di Savoini, sono la funzione di quest’ultimo come mediatore finanziario. Tali fondi sarebbero serviti, al finanziamento degli eventi della Lega, compresa la propaganda social di Salvini, da oramai presente su tutte le piattaforme ed i principali networks. Curiosamente, il primo a dare una ”possibile dimostrazione” sulla colpevolezza dell’ex vicepremier è stato Matteo Renzi, ex capo dell’esecutivo(2014-2016) e senatore per il PD(Partito Democratico).
Leggi anche
https://metropolitanmagazine.it/politica-crisi-governo-pd-di-maio-salvini/