Russiagate, “soldi alla Lega per appoggiare Mosca”

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Di Alessia Spensierato

Nell’inchiesta realizzata dal media Eesti Ekspress, in collaborazione con OCCRP, IrpiMedia, iStories e Profil, compaiono i nomi di Stefano Valdegamberi, eletto nel 2015 e nel 2020 nel Consiglio regionale veneto nella lista del leghista Luca Zaia, e del senatore del Carroccio Paolo Tosato. Dalle comunicazioni emergono pagamenti (non provati da tracciamenti bancari) per viaggi e sostegno a risoluzioni e mozioni da presentare nelle rispettive assemblee di competenza

Decine di migliaia di euro per spingere risoluzioni favorevoli alla Russia e pagamenti di un gruppo di pressione legato al Cremlino in favore di politici europei, anche italiani, contrari ai provvedimenti di Bruxelles nei confronti di Mosca. Lo rivelano le mail pubblicate da un’inchiesta di Eesti Ekspress, in collaborazione con OCCRPIrpiMedia, iStories Profil che ricostruiscono i rapporti tra i rappresentanti di diversi Paesi Ue e le istituzioni russe dal 2007 al 2017, anche dopo l’invasione della Crimea datata 2014.

Una nuova vicenda collega in qualche modo la Lega e la Russia

Quantomeno secondo quanto scrive Repubblica, secondo cui “pezzi della Lega hanno portato avanti per anni” una “opera fluidificatrice, sfruttando anche la credibilità e la solidità delle regioni in cui esercitano la loro azione politica” per “cambiare la narrazione sulla Russia e sull’invasione della Crimea stringendo accordi, organizzando convegni, intrecciando relazioni economiche”.

Repubblica cita in particolare “l’attività del consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, tesserato Lega”, in riferimento a un’inchiesta giornalistica internazionale, realizzata tra gli altri da IrpiMedia. “Grazie a migliaia di e-mail sotratte dagli hacker ucraini al parlamentare russo Sargis Mirzakhanian, responsabile della “International Agency for Current Policy” negli anni successivi all’invasione della Crimea nel 2014, sono emersi i rapporti e le loro dinamiche”, spiega Repubbica, secondo cui “le e-mail conterrebbero le prove di come i lobbisti russi intendessero pagare i politici: ci sono addirittura onorari e budget per piani di viaggio con soggiorni in resort a 5 stelle come il Mriya Resort and Spa, un mega hotel sulle rive del Mar Nero”.

Anche se Repubblica specifica che “nel malloppo raccolto non ci sono documenti finanziari o estratti conto bancari in grado di dimostrare che i pagamenti siano stati effettuati”. Sempre su Repubblica la reazione del diretto interessato: “«Quante cazzate», sbotta Stefano Valdegamberi, ex assessore regionale del primo mandato di Luca Zaia e ora consigliere regionale.

L’organizzazione, coordinata dal membro dello staff parlamentare russo e lobbista Sargis Mirzakhanian, secondo le mail scovate da un gruppo di hacker ucraini e entrate in possesso dei reporter, non ha solo pagato decine di migliaia di euro a politici di tutta Europa per presentare e sostenere risoluzioni favorevoli a Mosca, ma anche i costosi viaggi di personalità provenienti da GermaniaAustriaItaliaRepubblica Ceca e Polonia a eventi filo-russi nella Crimea occupata, oltre agli onorari per la loro presenza. Il gruppo di lobbying ha anche portato in Russia diverse personalità politiche europee per fungere da osservatori elettorali ufficiali.