Lazio, il derby docet. Soprattutto a mercato chiuso…

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Un derby terminato in parità che, per colpa delle tante occasioni sciupate, sulla sponda biancoceleste del Tevere ha il sapore della sconfitta. Una stracittadina capace di mettere in mostra tutte le armi, ma anche tutti i limiti della Lazio esaltata dalle giocate dei suoi quattro top player troppo superficiali nei momenti decisivi. E intanto oggi, con l’adrenalina del derby ancora in corpo, si chiude il calciomercato

Dominare, collezionare quattro legni non riuscendo a portare a casa la l’intera posta in palio. Il derby di ieri concluso con il pareggio ha svelato le molteplici facce degli uomini di Inzaghi, bravi ad incantare il pubblico, ma mancanti nei momenti fondamentali della gara. La stagione della Lazio, con il mercato in entrata da considerarsi chiuso, ruota intorno alle prestazione dei quattro jolly offensivi, deludenti contro la Roma, chiamati a tornare ad alti livelli già dalla ripresa dopo la sosta delle nazionali.

Fermi al palo

Creare molte occasioni, ma non finalizzare praticamente mai equivale a non aver fatto nulla. La Lazio si presentava al derby da favorita ed i valori in campo hanno rispecchiato il pronostico almeno sul piano dello svolgimento della gara.

La Roma, giunta alla stracittadina tra mille incertezze, dopo il gol del vantaggio di Kolarov su rigore si è abbassata e nelle ripartenze avute a disposizione per raddoppiare ha dimostrato di non aver ancora assimilato i concetti di gioco del neo tecnico Fonseca.

Sono tre le reti segnate da Kolarov nei derby: due con la maglia della Roma ed una con quella della Lazio- Photo Credit: LaPresse

La Lazio, da parte sua, ha messo in mostra le grandi potenzialità, ma anche i difetti cronici che la affliggono dalla scorsa stagione. Escludendo i quattro pali colpiti (di cui tre non generati da sfortuna ma da errori di imprecisione come confermato da Inzaghi nel post match), i biancocelesti hanno avuto almeno tre opportunità clamorose con Pau Lopez decisivo in una sola occasione su Correa, dove tra l’altro a spiccare è l’errore del Tucu rispetto ai meriti dell’ estremo difensore giallorosso.

Una sfida giocata a viso aperto dove le statistiche pendono a favore delle aquile con 21 tiri realizzati rispetto agli 8 degli avversari. Ma il calcio non è la boxe dove, terminati i round a disposizione, la vittoria viene assegnata ai punti. Nel calcio bisogna fare goal.

La fantasia al potere

Mantenere l’ossatura che tanto bene ha fatto fino ad oggi, anche grazie ad un mercato che non ha creato le condizioni ottimali per la cessione di Milinkovic- Savic, è indubbiamente una della chiavi della nuova Lazio che per tentare l’assalto al quarto posto ha scelto la via della fantasia e del gioco offensivo. Quattro tenori per un’orchestra dai tocchi finissimi.

Milinkovic-Savic, concluse le voci di mercato, dovrà tornare a recitare il ruolo da protagonista che gli spetta riuscendo, inoltre, a migliorare ulteriormente sotto il profilo tattico con la capacità di abbassarsi in fase di non possesso e guidando le transizioni con letture precise. La valutazione di Lotito da 100 milioni deve essere confermata sul campo.

Luis Alberto nella nuova veste tattica sta ritrovando se stesso anche grazie alla licenza concessa da Inzaghi di svariare su tutto il fronte offensivo, il che garantisce peraltro ai biancocelesti la possibilità di non dare punti di riferimento agli avversari. Il pericolo da evitare, come accaduto ieri in alcuni frangenti, resta quello di sparire nella gare che contano.

Lazio
Luis Alberto esulta dopo aver pareggiato nel derby di ieri- Photo Credit: Claudio Peri /Ansa

Correa è la mina vagante dell’ attacco dei capitolini. Rispetto alla scorso campionato l’argentino sta maturando ulteriormente assistendo meglio Immobile partendo spesso dalla zona centrale come chiesto da Inzaghi. Assolutamente da migliorare il fattore sangue freddo, vero neo di Joaquín. Per una conferma chiedere a Pau Lopez graziato ieri da un Tucu che ha visto crollare in un secondo il voto in pagella.

Infine ecco Ciro Immobile. Inzaghi punta sui suoi goals per tornare in Champions League. Il centravanti di Torre Annunziata, dopo un anno a mezzo servizio, deve riprendersi la posizione che gli spetta nella classifica marcatori anche per entrare nell’ Europeo 2020 dalla porta principale. Per riuscirci dovrà per forza migliorare sotto porta: 2 reti nelle prime due uscite stagionali, ma almeno quattro occasioni clamorose sprecate. La traversa di ieri grida vendetta.

Un ultimo giorno da spettatori non paganti?

Con il derby in archivio, i riflettori dei calciofili si spostano sul rush finale di calciomercato. Un ultimo giorno da vivere per i tifosi della Lazio da spettatori comodamente sdraiati sul divano con una bibita fresca in mano.

Dopo gli acquisti di inizio luglio, l’ulteriore casella da riempire poteva essere quella del terzo attaccante con le dichiarazioni di Inzaghi prima di Sampdoria-Lazio come minimo segnale di apertura. Parole neutralizzate, in realtà, pochi giorni dopo da Igli Tare, il quale, nel post dei sorteggi di Europa League, oltre ad aver confermato il rinnovo di Caicedo, ha escluso esplicitamente l’interesse per l’attaccante del Celtic Odsonne Edouard.

Lazio
“Mi piace come giocatore, ma onestamente non l’ho mai cercato. So le regole del calciomercato, sono sempre zitto e non commento niente”. (Fonte: Tuttomercatoweb.com)- Photo Credit: Daniele Buffa/ImagePhotoAgency

Dichiarazioni di chiusura confermate poche ore fa dallo stesso ds biancoceleste, il quale, nel pre derby ha parlato dei nuovi innesti in modo da non lasciar trapelare la possibilità di nuovi movimenti in entrata:

“Abbiamo preso cinque giocatori, quelli che si conoscono di più sono più valutati, ma con Vavro Jony e Anderson abbiamo preso bei giocatori. Cerco di acquistare sempre calciatori che fanno bene al gruppo, non vivo l’euforia degli altri”. Igli Tare (Fonte: Tuttomercatoweb.com)

Con Caicedo, Andrè Anderson ed Adekanye pronti a rimpiazzare i big, la Lazio punta sul Made in Formello.

Account Twitter autore