Terzo ed ultimo articolo dedicato agli X-Men per il loro sessantasettesimo anniversario, con una recensione della Saga di Fenice Nera.
Nel 1980, Chris Claremont era alla guida degli X-Men da cinque anni. Aveva già introdotto numerosi nuovi elementi alla mitologia dei Figli dell’Atomo, tra cui la figura della Fenice. Una forza cosmica, in grado di distruggere facilmente interi pianeti, che aveva preso possesso di Jean Grey. Cosa sarebbe successo, però, quando la giovane avrebbe perso il controllo di tale potere? La risposta a tale domanda è una delle storie più celebri e importanti, se non la più importante, della storia degli X-Men.
A proposito, avete letto il primo e il secondo articolo?
Prima parte: Il Club infernale
Pubblicata originariamente su Uncanny X-Men 129-138, la Saga di Fenice Nera comincia con il confronto tra i Figli dell’Atomo e il Club Infernale. Tornati da una missione a Muir Island, in Scozia, il gruppo si reca a Chicago, per incontrare una giovane mutante, Kitty Pryde. Qui, però, gli X-Men vengono fatti prigionieri dal Club Infernale, desideroso di corrompere Jean Grey e usarla per i suoi scopi.
La prima parte della saga introduce elementi che saranno fondamentali per la storia successiva degli X-Men. Anzitutto, l’arrivo di Kitty Pryde, che da ragazzina spaventata e ingenua comincerà la maturazione che la renderà uno dei più importanti membri del gruppo. Inoltre, viene presentato il Club Infernale, una società segreta ispirata alla Massoneria, i cui membri sono ricchi mutanti con pochi scrupoli. Tra i suoi membri sono degni di nota Sebastian Shaw e soprattutto Emma Frost, che come detto nei precedenti articoli, anni dopo diventerà una X-Woman.
Questa prima parte è di fondamentale importanza anche per il rapporto tra Jean Grey e Scott Summers, ovvero Ciclope. I due, già da tempo in una relazione, si ritrovano in una situazione difficile a causa di visioni in cui la ragazza ha una relazione con un altro uomo. Si creano così due livelli di tensione narrativa: il primo rappresentato, naturalmente, dal conflitto tra gli X-Men e i loro nemici; il secondo da Ciclope che deve salvare il suo rapporto con Jean.
Lodevole anche lo storytelling di John Byrne: l’illustratore britannico, uno dei migliori della sua era, è incredibilmente a suo agio nelle scene d’azione. Wolverine, in particolare, è protagonista di due scene divenute iconiche. La prima, in cui terrorizza uno scagnozzo del Club Infernale descrivendogli le sue abilità. La seconda (mostrata sopra), ben più nota, in cui, sopravvissuto ad un attacco dopo essere stato lanciato nelle fogne, si gira di scatto verso il lettore esclamando: “Adesso è il mio turno!” (“Now it’s my turn!“)
Seconda parte: il risveglio di Fenice Nera
Lo stress psicologico della missione e delle visioni a cui è stata sottoposta porta Jean Grey a perdere il controllo di sé. Nel tragitto verso la Xavier School, la giovane perde il controllo del potere della Fenice, trasformandosi in Fenice Nera.
La seconda parte della saga comincia con l’apparizione di un nuovo, grande nemico degli X-Men. Su Uncanny X-Men 101-108, Jean Grey era stata posseduta dalla Fenice, una distruttiva entità cosmica che migliora notevolmente i poteri dell’ospitante. Gliene concede anche di ulteriori, quali la capacità di sopravvivere nello spazio, il controllo sulla materia e di generare e manovrare fiamme. Tuttavia, la Fenice è in grado di soggiogare l’ospitante, costringendolo al suo volere. Oltre che a combattere i disperati X-Men, costretti di fatto a tentare di sconfiggere una compagna, la Fenice porta Jean ad assorbire una stella, causando la morte di un intero sistema solare. Un vero e proprio genocidio, che uccide rapidamente miliardi di persone.
Questi eventi causarono non pochi problemi a Claremont. Di fatto, lungo la storia è difficile capire quanto sia l’influsso della Fenice a causare la follia di Jean, e quanto di quello che accade sia da lei desiderato. Seppure gli X-Men salvassero la ragazza, ella dovrà pagare per ciò che ha fatto.
Numerose tematiche che elevano non di poco il livello della narrazione: gli X-Men, ormai una unita famiglia, costretta a lottare con quella che è di fatto una sorella; la responsabilità personale dei propri gesti, anche se compiuti non di propria volontà; scegliere per se stessi, e non per desiderio altrui.
Impatto e conseguenze
La Saga di Fenice Nera ebbe un grande impatto sulle storie degli X-Men e della Marvel. In primo luogo, fu una delle storie più lette del periodo, e si fece notare anche per la sua inusuale lunghezza. Se oggi una saga in sei o sette parti è la norma, una storia divisa in addirittura nove capitoli era qualcosa di unico. La forza e la qualità della narrazione e delle tematiche espresse permise a Claremont di avere molta più libertà con gli X-Men, portando a storie come Giorni di un futuro passato e Lupo ferito.
La Fenice, pur essendo una entità incorporea, divenne di fatto un importante nemico degli X-Men e una minaccia per l’universo Marvel. I suoi tentativi di possedere Jean Grey e altri individui per portare distruzione la resero un problema di difficile risoluzione per anni. Fu principale antagonista di serie come Phoenix: Warsong e Endsong e Avengers vs X-Men.
La saga ispirò anche il poco fortunato Dark Phoenix, film del 2019 che di fatto ha concluso la serie cinematografica degli X-Men. Elementi relativi alla Fenice sono inoltre presenti in X-Men 2 e Conflitto Finale, dove è presentata come una pericolosa personalità dissociata di Jean Grey. Anche le serie animate sui Figli dell’atomo hanno adattato, del tutto o in parte, la saga.
Ancora oggi, Fenice Nera rimane una lettura irrinunciabile per capire gli X-Men e il fumetto americano della Bronze Age.
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