Il femminismo è anzitutto una metodologia di approccio. Lo scopo è garantire una comprovata parità tra i sessi. Si tratta di una riforma culturale che deve permeare in ogni ambito della società. Un cambio di mentalità e di rotta che per realizzarsi deve essere accettato e compreso anche dagli uomini, eliminando ogni retaggio di cultura patriarcale. Noi di Brave siamo convinte che ogni punto di svolta si possa raggiungere solo attraverso l’informazione e abbiamo deciso di fornirvi una guida, non esaustiva, dei saggi sul femminismo che devi leggere per comprendere il femminismo.

Dal 1700 ad oggi è, infatti proprio attraverso la letteratura che le donne hanno portato avanti le loro idee, i loro sentimenti. Le donne hanno imbracciato una penna e, attraverso la scrittura, hanno combattuto e combattono ogni forma di limitazione per il proprio essere.

Mary Woolstonecraft, Sui diritti delle donne

Si tratta di un’opera realizzata nel 1792, considerata dalla teoria letteraria il primo manifesto femminista. L’autrice, madre dell’altrettanto talentuosa Mary Shelley, ha realizzato un’opera rivoluzionaria. Si è scagliata contro il pensiero proprio dell’illuminismo settecentesco secondo cui le donne erano inferiori agli uomini. La teoria a fondamento dell’opera è che l’educazione delle donne o la sua mancanza sono il discrimine fondamentale su cui si deve fondare l’uguaglianza tra i sessi.

Simone Debeauvoir, Il secondo sesso

In questo saggio femminista del 1942 la famosa filosofa si propone l’arduo compito di spiegare come mai le donne siano state relegate in un posto di secondo piano nella società. Come mai le donne abbiano accettato di essere, appunto, il secondo sesso. Nell’opera si intrecciano le vicende autobiografiche dell’autrice con lo studio sociale, con la teoria critica. Nell’opera si legge la celebre affermazione secondo cui “il problema della donna è sempre stato il problema degli uomini”.

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Cinque libri per comprendere il femminismo- Photo Credit: web

Gloria Steinem, Elogio dei corpi delle donne

In questa lettura femminista si affronta un tema importantissimo, la body positivity ben prima che il termine fosse coniato. Nel testo, del 1982, l’autrice americana parla della necessaria rivalutazione del corpo femminile. Ad esempio si legge delle smagliature post partum, delle cicatrici che restano sulla pelle delle donne quando regalano la vita. I segni sul corpo delle donne, vissuti nella vergogna, vengono paragonati dalla scrittrice alle cicatrici dei militari reduci di guerra. La domanda che sorge spontanea è come mai per gli uomini, l’uccisione di un altro uomo in guerra è motivo di vanto mentre per le donne i segni della vita che nasce debbano essere nascosti?

Chimamanda Ngozi Adichie, Dovremmo essere tutti femministi

“Io vorrei che tutti cominciassero a sognare e progettare un mondo diverso. Un mondo più giusto. Un mondo di uomini e donne più felici e fedeli a se stessi. Ecco da dove cominciare: dobbiamo cambiare quello che insegniamo alle nostre figlie. Dobbiamo cambiare anche quello che insegniamo ai nostri figli”. Questa è la frase che si legge sulla copertina del saggio, del 2014, secondo cui l’uguaglianza femminile eleva tutti e, a maggior ragione, deve essere supportata anche dagli uomini. L’autrice analizza come il termine femminismo sia troppo spesso carico di stereotipi mentre nella sua forma più pura attiene esclusivamente all’uguaglianza sociale.

Stefania Prandi, Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta, Settenove

L’ultima lettura femminista, realizzata nel 2020, che vogliamo proporvi attiene ad un tema attuale: il femminicidio. Nell’opera però lo sguardo è spostato su quelle che sono le vittime occulte, vale a dire chi sopravvive al delitto. Troppo spesso orfani e famiglie sono abbandonati a elaborare la perdita, lo stigma e la colpevolizzazione mediatica nei confronti delle vittime. La giornalista Stefania Prandi raccoglie le storie reali di cronaca in un libro che è frutto di un lavoro di ricerca durato tre anni. Le testimonianze raccolte non solo raccontano una vicenda dolorosa ma servono ad un fine ulteriore. Le testimonianze servono ad avere chiara ogni sfaccettatura della violenza di genere che non si esaurisce nel femminicidio ma si innesta in un articolato sistema di violenza e prevaricazione.

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