Salario minimo: maggioranza spaccata in Italia

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Di Redazione Metropolitan

Raggiunto l’accordo sul salario minimo a Strasburgo. In Italia Ddl fermo in commissione. La maggioranza è spaccata.

L’accordo sul salario minimo 

L’Unione europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo

Lo ha fatto sapere ufficialmente tramite l’account Twitter della Commissione Affari sociali del Parlamento europeo.

La nuova direttiva sul salario minimo europeo attende ora il placet della Plenaria del Parlamento Ue e la ratifica del Consiglio Ue. Toccherà poi ai Paesi membri recepirla.

Le ultime indiscrezioni

Secondo le ultime indiscrezioni sull’accordo nella Ue non saranno previsti massimi e minimi salariali

La direttiva punterà invece a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi.

Salario minimo in Italia

L’Italia è tra i sei Paesi dell’Ue senza una regolamentazione in materia.

Il tema, infatti, è al centro di uno scontro politico nella maggioranza.

Il Movimento 5 Stelle spinge per l’approvazione in tempi rapidi.

L’ex premier e presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha dichiarato:

“Noi stiamo lavorando a tempo piano in commissione lavoro al Senato, dove questo progetto di legge sta andando avanti e siamo disponibili a lavorare notte e giorno per approvarlo. Dobbiamo farlo subito”.

Sul tema della riforma, l’asse con il Pd sembra reggere

Infatti il segretario democratico Enrico Letta, in uno dei suoi interventi per la campagna elettorale delle Amministrative del 12 giugno, ha detto:

“Per noi la questione salariale è fondamentale, accanto a questo c’è anche l’impegno ad arrivare al salario minimo come hanno fatto in Germania, in Australia, Paesi simili al nostro che hanno fatto una scelta che anche noi dovremo fare”.

Allineati sulla stessa posizione sono anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando e il titolare della Salute Roberto Speranza.

Il centrodestra

Il centrodestra, però, sembra pensarla diversamente.

Il ministro Renato Brunetta, nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, ha chiarito:

“Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriali. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali. Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività”.

Per Matteo Salvini, leader della Lega, il salario minimo non è una priorità:

“La Lega punta ancora sulla flat tax al 15% per le imprese perché poi i salari li pagano le imprese, e se pagano uno sproposito di tasse non riescono a pagare lo stipendio a nessuno”.

Nuovo scontro sul salario minimo

Si profila, quindi, un nuovo scontro politico in commissione Lavoro al Senato.

Proprio qui il provvedimento, a prima firma della senatrice del Movimento 5 stelle ed ex ministro, Nunzia Catalfo, prosegue a rallentatore dal 2018 e si è sbloccato un mese fa. 

Come per concorrenza e delega fiscale, alla fine potrebbe servire la mediazione del governo per sbloccare il braccio di ferro.