Governo e opposizioni si incontreranno venerdì pomeriggio per discutere di salario minimo. È quanto si apprende da fonti parlamentari. Al tavolo si siederanno i rappresentanti del Partito democratico, di Azione-Italia viva, del Movimento 5 stelle, di Alleanza Verdi e sinistra e di Più Europa.
Intanto parla la ministra del lavoro Marina Calderone intervista da TgCom: “Mi aspetto esattamente quello che si aspetta la presidente Meloni che ha aperto al confronto con le opposizioni. Io credo che questi temi, quello della contrattazione, del livello salariale delle persone ma anche dello stato di salute del mondo del lavoro sia un tema su cui è importante avere un confronto aperto e costruttivo”.
“Poi certamente ci sono delle responsabilità di governo che portano a dire che il governo prenderà delle strade e farà delle valutazioni ma questi sono temi che vanno sviluppati nella società civile e soprattutto in Parlamento”, conclude
Aveva già parlato di un incontro in tempi brevi anche il senatore e leader di Azione Carlo Calenda, in un’intervista a La Repubblica: “Dai contatti che ho avuto ritengo che” la premier “ci riceverà prima della pausa estiva per confrontarci sul salario minimo”. “Io non ho mai dato disponibilità a un incontro a due, si tratta di una proposta fatta da tutte le opposizioni – afferma -. Il che è un valore da preservare. Poi certo, se i segretari degli altri partiti ritenessero di non venire, io andrei lo stesso. Va riconosciuto che la maggioranza ha ritirato l’emendamento soppressivo del nostro testo e aperto al dialogo”.
Meloni, dopo aver espresso contrarietà al salario minimo, ha fatto dietrofront. Il suo ora è un modo per segnalare l’attenzione di Palazzo Chigi al tema dei salari bassi, ma anche per sfidare l’opposizione e dividerla sulla trattativa. Soprattutto dopo che Maurizio Landini, leader della Cgil, ha già convocato per inizio ottobre una manifestazione contro la legge di bilancio in via preventiva.
Non occuparsi del salario minimo – è il ragionamento di Meloni – sarebbe un regalo a sinistra. L’apertura di un tavolo negoziale metterebbe in difficoltà invece l’ala più radicale, con Giuseppe Conte in testa. In ogni caso, le opposizioni ora temono che Meloni si intesti un provvedimento che è partito da loro
Il governo punta a spegnere le polemiche nate dopo la decisione della Camera di sospendere l’esame della proposta di legge dell’opposizione sul salario minimo per 60 giorni, rimandando quindi la discussione a settembre o ottobre. Una decisione che le opposizioni avevano subito condannato. La segretaria del Pd, Elly Schlein, aveva detto: “La maggioranza fugge davanti a un problema reale”. Mentre il leader del M5s, Giuseppe Conte, aveva attaccato: “Dialogo proposto dalla premier Meloni? Solo parole”.