Salgono a oltre 4300 i morti per il terremoto in Turchia e Siria, una tragedia che non si ferma

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Di Redazione Metropolitan

Si aggrava di ora in ora il bilancio dei morti del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria dall’alba di lunedì: sono almeno 4.372 i morti. In particolare, in Turchia sono stati segnalati 2.921 decessi, secondo quanto riferito da Yunus Sezer, responsabile dei servizi per le catastrofi. In totale sono stati segnalati 15.834 feriti.
In Siria le vittime sono finora 1.451 e 3.531 feriti. Cifre destinate inevitabilmente a salire, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti. 

Terremoto in Turchia e Siria

Un potente terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito lunedì la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, abbattendo edifici e innescando una frenetica ricerca di sopravvissuti tra le macerie nelle città e nei paesi di tutta l’area. Una seconda forte scossa, con epicentro a circa 100 chilometri dalla prima, ha colpito la Turchia con magnitudo 7.5. Il bilancio di morti e feriti è in aumento. 

Su entrambi i lati del confine, i residenti sono stati svegliati nel sonno prima dell’alba si sono precipitati fuori in una notte invernale fredda, piovosa e nevosa. Gli edifici sono stati rasi al suolo da numerose scosse successive

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato 7 giorni di lutto nazionale e le scuole di tutto il Paese rimarranno chiuse fino al prossimo 13 febbraio. Due terremoti, quattro scosse di grado compreso tra 6,4 e 7,7 hanno fatto tremare dieci diverse città in quello che Erdogan ha definito “il terremoto più disastroso dal 1938”.

Un sisma che è subito entrato nella sinistra classifica dei 10 terremoti più letali che hanno colpito la Turchia dal 1930 a oggi. Il Paese è attraversato da due faglie, la anatolica e la africana, a nord e a sud, generate dalla spaccatura della placca arabica che coincide con il sud est del Paese.

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