Chiamato in occasione della proiezione del film sperimentale Searching, Salvatore Aranzulla si è sbottonato dinanzi a giurati e stampa raccontando il suo modo di lavorare e i suoi rapporti con i social network.
Nota: tutte le foto sono dell’autore
Non gestisce da solo il suo sito! Ovvio, direte voi. Si, ma quanti sono i suoi collaboratori? Ben otto, ciascuno dei quali specializzato in uno specifico campo delle tecnologie informatiche. Le fonti a cui ricorrono sono le guide ufficiali di programmi e strumenti, molto difficili da capire ma da loro tradotte per renderle comprensibili. E c’è di più, Aranzulla ha confessato di ricorrere ai Social Network per la scelta di chi deve lavorare con lui. Prima di dare l’assenso per l’assunzione controlla minuziosamente i profili social dei candidati così da poter scartare chi si rivela non idoneo.
Non usa i social nella sua vita privata. Aranzulla ricorre a Facebook, Instagram e Twitter solo tramite il suo profilo pubblico, non li usa per avere rapporti con i suoi amici. Se vuole parlare con loro preferisce le telefonate o i messaggi in quanto a suo dire i social rischiano di “distorcere la realtà”, perchè ci mostrano le cose come le persone vogliono che appaiano e non come realmente sono.
Trascorre molte ore della giornata con il telefono spento. Aranzulla ama leggere (anche 4 romanzi alla settimana, principalmente polizieschi) e quando lo fa tiene i suoi dispositivi elettronici spenti, altrimenti non riuscirebbe a concentrarsi. Abitudine questa nata già da ragazzo quando studiava al liceo o all’università. Insomma, da tanti anni ormai “si auto-impone delle limitazioni nell’uso di internet”.
In conclusione ricordiamo, per chi non lo sapesse, che Salvatore ha solo 28 anni e ama essere chiamato per nome e che gli venga dato del tu. Incredibili i risultati che un ragazzo così giovane è riuscito a raggiungere nella vita grazie a un uso sapiente e calcolato della tecnologia.