Salvini e la Lega sconfitti alle comunali, perdono la sfida in Lombardia, battuti al ballottaggio dal centrosinistra.
Non è un periodo dei migliori per Matteo Salvini che, già trovandosi sotto i riflettori giudiziari per il caso Gregoretti, ai ballottaggi delle comunali ha dovuto incassare delle perdite. Infatti, le ultime elezioni non sono andate benissimo per il Carroccio: a Lecco ha vinto il Pd per soli 31 voti, mentre a Legnano, città simbolo dell’amministrazione leghista, il Carroccio perde molti consensi. I risultati delle comunali non sono decisamente andati come sperava il leader leghista, che ha ammesso: “in Lombardia non è andata come ci si aspettava”. Infatti, la Lega perde in Lombardia Soronno, Lecco, Legnano e Corsico dove hanno vinto e democratici ed il centrosinistra.
La consolazione di Salvini e della Lega
Nonostante Salvini e la Lega siano stati ampiamente sconfitti in queste elezioni comunali, il leader del partito si dice “dispiaciuti per le sconfitte, entusiasti per vittorie dove mai governato”, tentando di consolarsi con le città di Taurianova (Reggio Calabria), Senigallia (Ancona), Ariccia (Roma) ed altri piccoli centri.
Il Pd esulta
Può invece festeggiare il Pd che lentamente riacquista i consensi e spera di poter strappare il governo della Lombardia ai leghisti: “abbiamo sconfitto Salvini e la Lega nei comuni che amministravano (male) e invertito la tendenza”. Va tenuto anche in considerazione che in comuni come Pomigliano e Giugliano ha funzionato la coalizione Pd e M5s, superando la prova di alleanza alle urne.
La lettura del voto
Queste elezioni amministrative hanno lanciato un grande segnale di controtendenza rispetto ai prospetti di qualche mese fa, quando la Lega aveva visto una crescita esponenziale dei consensi. Non sono più sufficienti le campagne elettorali contro gli immigrati, questi risultati segnalano l’urgenza di farsi rappresentare da una classe dirigente che riesca ad amministrare il proprio territorio oltre qualsiasi tipo di propaganda. Ciò fa anche sembrare che a questo giro si sia lasciato da parte il voto “ideologico”, ritornando ad un voto “laico” basato sui risultati e non sulle parole.