Salvini presenta il Decreto Sicurezza al Consiglio dei Ministri

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Oggi si tiene a Roma il Consiglio dei Ministri. Sul tavolo il nuovo decreto sicurezza firmato Salvini. Dopo il rinvio del CdM che si sarebbe dovuto tenere giovedì scorso, oggi si discuterà il decreto. I dubbi riguardano soprattutto la costituzionalità del provvedimento, condizione fondamentale per la firma di Mattarella. Verrebbero estesi i tempi di custodia dei migranti nei centri per i rimpatri, oltre che aumentati i reati per cui potrebbe essere avviata la procedura di rimpatrio. Salvini ci tiene a sottolineare che il decreto non riguarda soltanto l’immigrazione, ma anche la lotta alle mafie. Tematica latitante fino ad ora nel dibattito politico.

(Foto dal web)

In primo luogo è proprio l’uso del Decreto che viene messo in dubbio dalla Corte Costituzionale. Infatti il provvedimento dovrebbe essere usato solo in caso di emergenza, come per terremoti o calamità. In virtù di ciò sono state apportate delle modifiche al “neonato” Decreto Sicurezza.

COSA PREVEDE IL DECRETO?

Può essere suddiviso per semplicità in due parti: immigrazione e sicurezza. Anche se per Salvini le due cose sono sempre e comunque legate. In tema di immigrazione il Decreto prevede il raddoppio dei tempi di trattenimento nei Centri per il rimpatrio, da 3 a 6 mesi. Abrogazione dei permessi di soggiorno nel caso in cui siano dovuti a meriti civili, cure mediche o calamità nel paese di origine. Esclusione dal gratuito patrocinio legale per tutti i migranti il cui ricorso sia stato giudicato inammissibile dal Tribunale. Questo il sunto della sezione del Decreto riguardante l’immigrazione.

Tutte norme che possono essere recepite come di buon senso dai più. Il problema si presenta nel momento in cui verrà giudicata la costituzionalità dell’atto legislativo. Verrebbero intaccati alcuni diritti previsti dalla nostra costituzione, nella quale su alcuni temi non esiste una sostanziale differenza tra cittadini italiani o stranieri, differenza molto marcata nel Decreto. Questo anche in virtù del fatto che la Costituzione è stata stilata in tempi “non sospetti”, in cui erano impensabili i flussi migratori odierni. Non parlando però di “fantapolitica”, la costituzione c’è, e piaccia o no va rispettata. 

Per quanto riguarda la sicurezza, spicca il potenziamento degli organici in forze all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati alle Mafie. Qualora Mattarella controfirmasse il Decreto, i beni sequestrati alle organizzazioni criminali potrebbero essere messi in vendita dalla stato. Si inizia finalmente a parlare di lotta alla Mafia. Seppur marginalmente, il Ministro dell’Interno Salvini esprime le sue volontà in merito. Forse lo fa consapevole del fatto che “l’emegenza” immigrazione non può più considerarsi tale da prima ancora che lui venisse eletto. La sua “bravura” è stata quella di polarizzare l’attenzione su un “problema” già ampiamente risolto dal suo successore. Il tempo è galantuomo, ma fino a un certo punto, non si potranno convincere i cittadini in eterno del fatto che 50 persone su una nave siano un emergenza. Il Ministro dell’Interno dovrà parlare di Mafia, la vera emergenza dell’Italia, da circa un secolo.