La Chiesa cattolica celebra ufficialmente la festa di San Benedetto da Norcia l’11 luglio, cioè da quando Papa Paolo VI lo ha proclamato patrono d’Europa nel 1964. Nato a Norcia verso la fine del V secolo Benedetto era figlio di un alto funzionario romano. Dopo la morte dei genitori si trasferì a Roma con la sorella, Santa Scolastica, per approfondire gli studi letterari, ma li abbandonò presto a causa della dissolutezza che riscontrò nella città. Scelse così di ritirarsi in preghiera nella Valle dell’Aniene a Eufide, ove visse da eremita per quasi tre anni nella grotta del Monte Teleo. Intorno al 500 si trasferì a Subiaco diventando la guida spirituale per alcuni monaci. Qui, predicando la Parola del Signore, accolse discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di tredici monasteri, ognuno con dodici monaci e un proprio abate.

Più volte rischiò di essere avvelenato a causa della sua dottrina rigida; per salvare i suoi seguaci si diresse quindi verso Cassino dove, sopra un’altura, fondò il monastero di Montecassino, edificato sopra i resti di templi pagani. A Montecassino, Benedetto compose la sua Regula intorno al 540 combinando l’insistenza sulla buona disciplina con il rispetto per la personalità umana e le capacità individuali, nell’intenzione di fondare una scuola del servizio al Signore. I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di “Stabilitas loci“, cioè l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso.

Montecassino e la sua “Regola”

Poi la “Conversatio“, cioè la buona condotta morale, la pietà reciproca e l’obbedienza all’abate, il “padre amoroso” (il nome deriva proprio dal siriaco abba, “padre”) mai chiamato superiore, che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto “Ora et labora”. A Montecassino Benedetto visse fino alla morte, avvenuta per febbre il 21 marzo 547, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica, ricevendo l’omaggio dei fedeli in pellegrinaggio. Secondo le fonti muore in piedi, sostenuto dai suoi confratelli ai quali infonde le ultime parole di coraggio.

La grande devozione dei fedeli verso il santo portò alla creazione della medaglia di San benedetto da Norcia. La medaglia sacramentale contenente simboli e scritte correlate con Benedetto da Norcia, usate da Cattolici Romani, Anglicani, Luterani, Metodisti e Ortodossi, nella tradizione cristiana benedettina; specialmente la usa chi ha fatto voto e gli oblati. Il retro della medaglia riporta la scritta  “Vade retro Satana” letteralmente “Arretra Satana”.

La medaglia di San Benedetto

L’ora e la data esatte della creazione della prima medaglia non sono chiare. Di certo però Papa Benedetto XIV ne ideò il disegno. Così col “Breve” del 1742 approvò la medaglia concedendo delle indulgenze a coloro che la portano con fede. Sul diritto della medaglia, San Benedetto tiene nella mano destra una croce elevata verso il cielo e nella sinistra il libro aperto della santa Regola.

Secondo la tradizione la Basilica di Norcia sorge sopra la casa natale del Santo. Nell’area della cripta sono visibili i ruderi di una struttura romana preesistente. L’interno, a croce latina, ha subito varie modifiche nel corso dei secoli, e non segue uno stile ben preciso. Vari sono romanici gli elementi gotici e barocchi e romantici che si mescolano tra loro. Alcune tele di pittori locali, riguardanti la vita del santo adornano le pareti della chiesa.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina (San Benedetto da Norcia) photo credit: sanbenedettoinpiscinula.it

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