Sandra Mondaini era fidanzata con Giuseppe Pederini quando incontrò Raimondo: “Si innamorò subito di me”

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Di Redazione Metropolitan

La leggerezza antidivistica fu uno dei tratti di Sandra Mondaini. Che abbattè subito le convenzioni e disegnò nei ’50 e nei ’60 un’incarnato fino ad allora ignoto in teatro e sul nascente piccolo schermo. Alla soubrette svampita ma vuota, si contrapponeva Mondaini Sandra, lontana dalle allegorie di Truffaut (il suo cinema fu per così dire divulgativo) ma solidamente piantata nel meglio della televisione dei ’60. Prima canzonissima con Paolo Poli, (Arabella, il suo personaggio) poi il ritorno (più consapevole e matura) con Marchesi, infine l’abbraccio con Raimondo Vianello, incontrato con la complicità di Ugo Tognazzi sul retropalco di “Dove vai se il cavallo non ce l’hai” di Tarabusi, osservato da lontano e poi una sera a tavola, concupito in un istante che Mondaini ricorderà anni dopo, senza tacere sui particolari.

Eravamo a cena con tutta la compagnia, io ero fidanzata con Giuseppe Pederine, un produttore. Raimondo con Stella, una ballerina. Ci parlammo e davanti a una cotoletta, a un tratto mi disse: ‘lo sai che mi sono innamorato di te?’. Gli feci notare che su certe cose non si scherzava”. E Raimondo seguì il consiglio. Così, abbandonati i rispettivi, comincio un’altra fase. Un giardino che Mondaini sintetizzava in segmenti: “Ho avuto due esistenze: una che va dal giorno in cui sono nata a quello in cui ho incontrato Raimondo. L’altra che va da Raimondo ad oggi”. Altre distrazioni non vi furono. Il 28 maggio del 1962, matrimonio. Inizierà un ventennio di collaborazioni televisive (‘sai che ti dico’, ‘Tante scuse’) alternato alla frequentazione radiofonica, agli spot (Montania, Permaflex, Stock 84) e allo strappo con la Rai concluso con il passaggio (ben remunerato, fideistico e al tempo semirivoluzionario) a Mediaset. Sullo sfondo di una televisione lontana dal divenire il polo mediatico di oggi, con contratti che alla Rai avrebbero solo sognato, la coppia si spese senza risparmio. Affari e solidarietà. Aderenza ideologica e sentimentale al nuovo imprenditore (la stima, anche politica per Berlusconi, fu ripetutamente declamata) e humor intatto. Programmi del sabato sera, celebrazioni, serate speciali di beneficenza (cui la coppia si dedicò costantemente, adottando e lavorando per i più deboli, spesso in silenzio)