
Santa Cecilia si celebra il 22 novembre. La santa patrona della musica. Dedicato alla santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso della musica popolare. Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e periodici.
Santa Cecilia e la sua storia
Nata da una nobile famiglia a Roma, sposò il nobile Valeriano. Si narra che il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonassero organi e lieti canti ai quali si accompagnò la vergine cantando. Confidato allo sposo il suo voto, egli si convertì al Cristianesimo. Tornato nella propria casa, Valeriano vide Cecilia prostrata nella preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei e, ormai credente convinto, pregò che anche il fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così fu.
Cecilia pregò sulla tomba del marito e del cognato, ma poco dopo venne chiamata davanti al giudice, che ne ordinò la morte per soffocamento nel bagno di casa sua, ma si narra che “la Santa invece di morire cantava lodi al Signore“. Convertita la pena in morte per decapitazione, il carnefice colpì il suo collo tre volte senza riuscire a reciderlo e, nonostante le ferite morì dopo ben tre giorni. Fu Papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle la degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto. Nel 1599, durante dei restauri ordinati in occasione dell’imminente Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia sorprendentemente in un ottimo stato di conservazione.
La musica
Cecilia divenne patrona della musica per un’errata interpretazione di un canto latino. Tradizionalmente veniva associata al banchetto di nozze di Cecilia: la donna cantava a Dio con l’accompagnamento dell’organo. Così si cominciò, a partire dal XV secolo a raffigurare la santa con un piccolo organo a fianco. In realtà secondo l’interpretazione corretta, gli “organi” non sarebbero gli strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura, cantava a Dio nel suo cuore”. Non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio.
Sara Marchioni